Spoleto , mercoledì, 27. febbraio, 2019 14:00 (ACI Stampa).
Spoleto: un folto numero di persone sta partecipando ad una processione dedicata alla Madonna. Tanta folla, forse qualcuno distrattamente sta girando per le piccole strade della cittadina in cerca di dolciumi o quanto altro possa soddisfare la propria curiosità. Una festa è anche questo. Ma gli sta sfuggendo il meglio.
Era il 22 agosto 1856 ed in quel luogo c'è anche Francesco Possenti (1838-1866). E’ un giovane, figlio della buona borghesia umbra. Il padre Sante Possenti è un governatore pontificio e ciò consente alla famiglia una vita agiata seppur attraversata dalla perdita della madre e di tre sorelline del ragazzo. Questo triste fatto, in molti ragazzi crea un clima malinconico e di ribellione, in Francesco no.
Il giovane va bene a scuola e mostra serenità ed allegria. Viene stimato da amici e conoscenti, tanto da venire invitato anche ad una caccia alla volpe (sport della buona società dell'epoca). Ed una volta, per poco, non rischia la vita. Ma in tutto questo, Francesco sta pensando ad altro. Da molto tempo avverte nel suo animo una forte propensione alla vita religiosa. Circostanza? Pensiero?
La parola c'è ed è vocazione, cioè chiamata di Dio. Ed in quel giorno di agosto Maria gli fece sentire il dolce richiamo a diventare passionista.
Il padre tentò in tutti i modi di convincerlo: nulla da fare. Il giovane Francesco con l'ostinazione tipica dei diciotto anni e la fede matura di un ottuagenario non si smosse di un millimetro.