Kinshasa , martedì, 5. luglio, 2022 16:00 (ACI Stampa).
Lo scenario della Repubblica Democratica del Congo è quello di “una pace continuamente minacciata da gruppi armati e dallo sfruttamento e da interessi predatori, di cui il Paese è da tempo vittima”. Non ha paura a chiamare le cose con il proprio nome, il Cardinale Pietro Parolin, in Repubblica Democratica del Congo dall’1 luglio per “anticipare” – nelle sue parole – il viaggio di Papa Francesco nel Paese.
Il Papa sarebbe dovuto essere nel Paese dal 2 al 5 luglio, per poi spostarsi in Sud Sudan. Era un viaggio atteso, per Papa Francesco, che ha dovuto rimandare per non vanificare le cure mediche. Davanti a un popolo triste per la mancata venuta del pontefice, il Papa ha inviato il Cardinale Parolin. In questi giorni a Kinshasa, il Cardinale ha tenuto vari incontri istituzionali, incluso quello con la MONUSCO, il contingente ONU per la pace e la stabilizzazione nel Paese che è stato stabilito nel 1999, ma anche potuto visitare le opere di carità e di assistenza della Chiesa cattolica, fondamentali nel Paese.
Il Cardinale è arrivato la sera dell’1 luglio, dopo un viaggio di 10 ore con scalo a Parigi, e tra i primi incontri c’è stato quello con il presidente Felix Tshisekedi nella cità dell’Unione Africana. L’incontro ha toccato diversi temi, a partire proprio dalla sicurezza nel Paese e la violenza nella parte Est del Paese. Lì, Papa Francesco sarebbe voluto andare a celebrare Messa, poco lontano dal luogo in cui l’ambasciatore italiano Luca Attanasio è stato ucciso.
La situazione del Paese è stata anche discussa in un briefing alla MONUSCO con il rappresentante aggiunto Khassim Diagne, che ha riferito al segretario di Stato vaticano del lavoro della missione e in particolare della situazione in Nord Kivu, lì dove addirittura ci sono “villaggi e massacrati”, mentre gruppi islamisti si sono infiltrati.
Il Cardinale Parolin ha sottolineato di sperare che “diminuiscano le violenze in alcune zone del Paese”, ma anche di “ripristinare l’economia a partire le risorse nazionali”, e soprattutto ha invitato a stringere ancora di più la collaborazione con i vescovi locali.