Città del Vaticano , lunedì, 16. ottobre, 2017 14:00 (ACI Stampa).
Papa Francesco è atteso in Ucraina: l’invito c’è, è stato ribadito nella scorsa settimana, ma sarà molto difficile che il viaggio possa concretizzarsi quest’anno. Perché il conflitto dimenticato in Ucraina tocca anche le relazioni con il mondo russo, che sono considerate buone, e perché ancora c’è molto da fare sul tema del dialogo.
È stato l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ad invitare ancora una volta il Papa a “visitare i suoi figli di Ucraina”, nella udienza che il Papa ha concesso a Patriarchi e Arcivescovi Maggiori lo scorso 9 ottobre, quasi una introduzione alla plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali. E il Papa ha risposto sottolineando come le Chiese orientali siano “Chiese martiri”.
L’11 ottobre, parlando nella conferenza stampa di presentazione del Premio di Riconciliazione del Capitolo di Unione Polacco-Ucraina, l’arcivescovo maggiore Shevchuk ha ribadito che l'invito c'è. “Noi – ha detto – aspettiamo il Papa, ma non abbiamo mai ricevuto conferma o annuncio della sua visita”.
In quell'occasione, l’arcivescovo maggiore Shevchuk ha ricordato la costante sollecitudine della Santa Sede nei confronti dell’Ucraina, prima con la visita del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, che nel 2016 fu nel Paese e lanciò il programma “Il Papa per l’Ucraina”, e poi con la visita del Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, che è stato fino alle zone del conflitto.
Il capo della Chiesa Greco Cattolica - una Chiesa sui iuris di rito orientale con base in Ucraina, ma presente anche in diaspora, che da sempre mantiene unità con Roma - ha sottolineato che la Santa Sede “a livello internazionale, è quasi l’unica voce che difende il popolo ucraino, mentre nei mezzi di comunicazione non si parla quasi più di questa guerra. Il Cardinale Parolin ha definito lo scorso anno la guerra in Ucraina come una guerra dimenticata”.