Città del Vaticano , lunedì, 9. gennaio, 2017 14:00 (ACI Stampa).
L’ultima arrivata è la Repubblica Islamica di Mauritania, che ha stretto relazioni bilaterali con la Santa Sede lo scorso 9 dicembre. E sono così 182 i Paesi nel mondo con cui la Santa Sede ha piene relazioni diplomatiche, cui si aggiungono l’Unione Europea e il Sovrano Ordine di Malta. C'è tutto il mondo di una diplomazia nata per servire il bene comune e la dignità dell'essere umano dietro il discorso del Papa al corpo degli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, per tradizione il primo dell'anno.
L’ingresso dalla Mauritania ha diminuito il numero dei Paesi che non hanno relazioni con la Santa Sede. Tra i grandi assenti c’è la Cina, la grande speranza – ma da sempre la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche con Taiwan, seppur non con un nunzio a guidare la rappresentanza. E poi, il Vietnam, con cui da tempo sono in atto colloqui bilaterali in attesa di arrivare alla nomina di un nunzio ad Hanoi. Ma ci sono anche Afghanistan, Arabia Saudita, Bhutan, Birmania, Brunei, Isole Comore, Corea del Nord, Laos, Maldive, Oman, Somalia e Tuvalu. Di questi, Afghanistan, Bhutan, Cina, Corea del Nord e Maldive non hanno nemmeno la presenza di un rappresentante presso la Santa Sede.
La Santa Sede ha attualmente 180 missioni diplomatiche all’estero, e di queste 73 non sono residenti. Ci sono dunque 106 missioni, alcune delle quali non accreditate solamente nella nazione in cui sono situate, ma anche in uno o più altre nazioni o organizzazioni internazionali.
Il numero delle relazioni diplomatiche della Santa Sede è considerevolmente cresciuto negli ultimi anni. All’inizio del Pontificato di Giovanni Paolo II, la Santa Sede intratteneva relazioni diplomatiche con 84 Stati. Nel 2005, all’elezione di Benedetto XVI, erano 174. Con Benedetto XVI si sono aggiunti il Montenegro (2006), gli Emirati Arabi Uniti (2007), il Botswana (2008), la Russia (2009), la Malesia (2011) e il Sud Sudan (2013).
Per tradizione, il nunzio apostolico è decano del corpo degli ambasciatori accreditati presso una nazione, segno del credito dell’importanza che ha la diplomazia pontifica nel mondo. Basti pensare che dal 1871 al 1929, ovvero dall’annessione degli Stati pontifici fino al Trattato lateranense, nonostante il Vaticano non avesse più un vero e proprio territorio, il numero degli Stati con relazioni diplomatiche presso la Santa Sede comunque quasi raddoppiò, passando da 16 a 27, e questo nonostante alcuni Paesi avessero smesso di intrattenere rapporti diplomatici con la Santa Sede.