Città del Vaticano , lunedì, 12. novembre, 2018 12:00 (ACI Stampa).
Nel 2018 il mondo ha celebrato la fine della I Guerra mondiale, ma cosa è successo nell’immediato periodo post bellico e come la Santa Sede e i cattolici hanno influito in questo periodo lo sanno in pochi. A cominciare al cambio di missionari nelle zone africane colonizzate dai tedeschi.
Di questo e molto altro si parlerà nel Convegno Internazionale di Studi sul tema “Santa Sede e Cattolici nel mondo postbellico (1918-1922)”, in occasione del Centenario della conclusione dellaPrima guerra mondiale organizzato dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche. L’appuntamento è per il 14 e fino al 16 novembre 2018 presso la Pontificia Università Lateranense e il terzo giorno presso l’Accademia di Ungheria.
P. Bernard Ardura, O. Praem., Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, la prima qualificata come «mondiale» ha lasciato degli strascichi politici che paghiamo ancora oggi, “perché molte delle piaghe che fanno soffrire ancora oggi tantissime persone e popolazioni, hanno origine nella conclusione della guerra e nelle trattative di pace”. Dal trattato di Versailles del 28 giugno 1919 alla caduta degli imperi con la nascita di nuovi stati, alla perdita delle colonie e poi “il Vicino Oriente è affidato dalla Società delle Nazioni ai mandati di Francia e Gran Bretagna: Siria, Libano, Palestina e Transgiordania, Iraq, con i risultati che conosciamo”.
Molti gli uomini di Chiesa e i teologi che hanno vissuto quella epoca con 9 milioni di vittime, 6 milioni di invalidi, 4 milioni di vedove e 8 milioni di orfani.
Il ruolo della Santa Sede e dei cattolici poi saranno espressamente trattati da don Roberto Regoli. “ Nel 18 il mondo è frantumato, come agire? Stati Uniti e Gran Bretagna sono le potenze in gioco e la Santa Sede userà gli episcopati locali per trattare le questioni che gli stanno a cuore”.