Tra il primo ( il 18 marzo 1971 con San Paolo VI) e il secondo Direttorio sono trascorsi ventisei anni; tra il secondo ( 1997) e questo, presentato oggi, ventitre anni.
Dunque la catechesi senza dubbio deve andare a passo con i tempi. Ma quali sono gli eventi che hanno inciso su questo cambiamento? La presentazione al Documento sottolinea: "La prima è il fenomeno della cultura digitale che porta con sé la seconda connotazione, la globalizzazione della cultura. L’una e l’altra sono talmente interconnesse che si determinano a vicenda e producono fenomeni che evidenziano un radicale mutamento nell’esistenza delle persone. L’esigenza della formazione che abbia attenzione alla singola persona sembra spesso oscurata dinanzi all’imporsi di modelli globali. La tentazione di adeguarsi a forme di omologazione internazionale non è un rischio da sottovalutare, soprattutto nel contesto della formazione alla vita di fede".
Ma è sempre la presentazione al "Direttorio per la Catechesi" a chiarire qual è il punto cardine di questa nuova stesura: "Lo stretto legame tra evangelizzazione e catechesi. Tutta la formazione cristiana è prima di tutto l’approfondimento del kerygma che va facendosi carne sempre più e sempre meglio, che mai smette di illuminare l’impegno catechistico, e che permette di comprendere adeguatamente il significato di qualunque tema che si sviluppa nella catechesi".
Dunque una catechesi assolutamente "kerygmatica".
Il Documento è diviso in tre parti e 12 capitoli, ampio spazio è stato dato al tema della formazione dei catechisti perchè "sembra urgente il recupero del loro ministero nella comunità cristiana". La Parte prima (La catechesi nella missione evangelizzatrice della Chiesa) offre le fondamenta dell’intero percorso. Con la Parte seconda (Il processo della catechesi) si entra nel merito della dinamica catechistica. La Parte terza (La catechesi nelle Chiese particolari) mostra come il ministero della Parola di Dio prende corpo nel concreto della vita ecclesiale.
Quali sono i contenuti del nuovo Direttorio? Vecchi e nuovi temi si incontrano, su certi punti la Chiesa rimane assolutamente ferma. Come la bioetica e il tema gender.
"È da segnalare la riflessione sulla cultura digitale e su alcune questioni di bioetica, che appartengono al grande dibattito dei nostri anni", si legge subito nell'Introduzione al Direttorio.
Il Paragrafo 373 sulla bioetica in particolare riporta: "In ambito cattolico, la bioetica si muove sul piano razionale ispirandosi, però, ai dati della divina Rivelazione, che fonda a sua volta l’antropologia cristiana. La ricerca scientifica e le sue applicazioni, dunque, non sono moralmente neutre e i criteri di orientamento non possono essere desunti dalla sola efficienza tecnica, dall’utilità o dalle ideologie dominanti. I temi principali trattati dalla bioetica si riferiscono all’inizio della vita (statuto dell’embrione umano, procreazione medicalmente assistita...), alla sua fine (definizione di morte, eutanasia, cure palliative...), alla salute e alle sperimentazioni sull’uomo (ingegneria genetica, biotecnologia...)".
E allo stesso modo, sempre sulla questione della genetica, il paragrafo 374 continua: "La Chiesa sostiene ed è grata a quanti si dedicano con fatica e generoso impegno alla ricerca in questo ambito. Lo scienziato, tuttavia, se da una parte è chiamato a verificare le possibilità tecniche, dall’altra deve essere consapevole che non tutto ciò che è tecnicamente possibile è moralmente ammissibile".
In ambito bioetico, quindi, servirà per i catechisti una formazione specifica che parta dal principio della sacralità e dell’inviolabilità della vita umana e contrasti la cultura della morte. Infatti il Direttorio condanna la pena di morte, definita “misura disumana che umilia la dignità della persona”.
Il Paragrafo 377 affronta poi il tema gender e la dottrina della Chiesa resta ferma nelle sue posizioni: "L’identità di genere, secondo tale posizione, non è più un dato originario che l’uomo deve accogliere e riempire di senso, bensì una costruzione sociale che si decide autonomamente, svincolata totalmente dal sesso biologico. L’uomo nega la propria natura e decide che è lui stesso a crearsela. Invece, secondo il racconto biblico della creazione, l’uomo è stato creato da Dio come maschio e come femmina. La Chiesa è ben consapevole della complessità delle situazioni personali vissute, a volte, in modo conflittuale. Essa non giudica le persone, ma invita ad accompagnarle sempre e in qualsiasi situazione. È però consapevole che, in una prospettiva di fede, la sessualità non è solo un dato fisico, ma è una realtà personale, un valore affidato alla responsabilità della persona. In questo modo l’identità sessuale e il vissuto esistenziale dovranno essere una risposta alla chiamata originaria di Dio".
E in tutto ciò, qual è e quale sarà il ruolo della catechesi? "Dove si ritiene opportuno e secondo le circostanze, gli operatori pastorali promuovano specifici itinerari di educazione alla fede e alla morale cristiana, in cui temi quali la vita umana come dono di Dio, il rispetto e lo sviluppo integrale della persona, la scienza e la tecnica ordinate al bene dell’uomo, abbiano uno spazio adeguato, alla luce del Magistero della Chiesa, espresso anche nel Catechismo della Chiesa Cattolica", si legge nel paragrafo 378.
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Monsignor Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, intervenuto alla Conferenza Stampa di presentazione del Documento, commenta: "Il Direttorio per la Catechesi è un documento della Santa Sede affidato a tutta la Chiesa. Ha richiesto molto tempo e fatica, e giunge a conclusione di una vasta consultazione internazionale. La velocità con cui si modifica il linguaggio, e con esso le relazioni comportamentali, lascia intravedere un nuovo modello di comunicazione e di formazione che tocca inevitabilmente anche la Chiesa nel complesso mondo dell’educazione. Ci auguriamo che questo nuovo Direttorio per la Catechesi possa essere di vero aiuto e sostegno al rinnovamento della catechesi nell’unico processo di evangelizzazione che la Chiesa da duemila anni non si stanca di realizzare, perché il mondo possa incontrare Gesù di Nazareth, il figlio di Dio fatto uomo per la nostra salvezza".
"Posso assicurare che Papa Francesco ha seguito passo dopo passo la stesura del Direttorio e nelle Udienze con lui lo abbiamo sempre aggiornato. Il 23 Marzo ha voluto come atto di grande fiducia firmarlo e pubblicarlo. Anzi mi ha chiesto di fare in modo tale che il Documento risuoni in tutta la Chiesa, con le campane a festa", ha aggiunto il Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, rispondendo alla domanda di una giornalista.
E' intenzione del Dicastero, per il prossimo anno, emergenza sanitaria permettendo, recarsi presso le diverse Conferenze Episcopali nel mondo per "sollecitare e presentare in maniera più diretta il Direttorio".