Varsavia , martedì, 21. gennaio, 2025 17:00 (ACI Stampa).
Dal 13 dicembre scorso la Polonia è governata da una coalizione di più di dieci partiti che rappresentano anche gli ambienti ex comunisti, anticlericali, femministi, libertini. Insomma è un governo polacco più radical di sinistra dai cambiamenti democratici avvenuti nel 1989. In questo governo il ruolo centrale per la nazione, la direzione del Ministero dell’Istruzione Nazionale, è stato affidato da Tusk a Barbara Nowacka. E’ un’attivista radicale che si dichiara atea, sostenitrice del “diritto” all'aborto, favorevole all’adozione dei bambini da parte di coppie dello stesso sesso. Nowacka è diventata famosa dopo aver partecipato all’organizzazione delle cosiddette "proteste nere" contro i progetti di inasprimento della legge anti-aborto in Polonia ed è diventata rappresentante del comitato «Salviamo le donne 2017», che proponeva la liberalizzazione l’aborto.
Allora non ci si può meravigliare che Nowacka ha ritenuto come priorità del Ministero l’eliminazione della materia chiamata l’educazione per la vita in famiglia per sostituirla con la cosiddetta “educazione alla salute”, che in pratica significa la precoce educazione sessuale, l’insegnamento dei metodi contracettivi compreso l’aborto e la promozione dell’ideologia gender. Vuole anche eliminare ogni contenuto patriottico dai programmi scolastici.
Ma Nowacka, prima di tutto, si concentra sulla marginalizzazione dell’ora di religione nelle scuole pubbliche con lo scopo finale di eliminarla. Purtroppo, il ministro agisce ignorando la Costituzione che da ai genitori il diritto di decidere sull’educazione dei figli, violando il Concordato che stabilisce il ruolo dell’insegnamento della religione nelle scuole, e rifiutando il dialogo con la società ed anche con gli insegnanti di religione. Il 17 gennaio 2025 Nowacka ha pubblicato un regolamento sull'organizzazione dell’ora di religione nelle scuole e negli asili che riduce l’educazione religiosa a un'ora alla settimana. Nel regolamento si chiede di spostare le lezioni di educazione religiosa a prima o dopo le lezioni obbligatorie.
In risposta a questo atto del ministro, la Presidenza della Conferenza episcopale polacca ha pubblicato un duro comunicato nel quale chiama la decisione del ministro un “atto illecito”. “Ci aspettiamo – scrivono i vescovi - che il Ministero dell'Istruzione Nazionale si astenga dall'intraprendere azioni conflittuali nei confronti dei credenti”.
Ecco il testo del comunicato della Presidenza della Conferenza Episcopale.