Roma , mercoledì, 19. luglio, 2017 10:00 (ACI Stampa).
Era il 19 luglio 1943, esattamente 74 anni fa, e Roma - nel pieno della Seconda Guerra Mondiale - subiva il primo bombardamento aereo da parte degli Alleati. Quasi 600 aerei americani comandati dal Generale Doolittle - che nel 1942 aveva effettuato il primo bombardamento aereo su Tokyo - seminarono sullo storico quartiere di San Lorenzo distruzione e morte: circa 3000 le persone che morirono sotto le bombe.
Cessato l'attacco il Vescovo di Roma Papa Pio XII decise - incurante del pericolo - di raggiungere in macchina la zona colpita, portando conforto e benedizione ai romani colpiti dalla furia della guerra.
Sono indelebili nelle menti di tutti - e in particolare dei romani - le immagini fotografiche di Pio XII a San Lorenzo. Il Papa - dopo la caduta del fascismo - decise di rimanere a Roma mentre il governo italiano e la famiglia reale abbandonavano la Capitale cercando riparo al Sud in mano alleata.
Su Pio XII si sono raccontate e scritte falsità di ogni genere. Ma a cercare di ristabilire la verità su Papa Pacelli ci ha pensato spesso il suo successore, Papa Francesco.
Il 6 giugno scorso il Papa - nell'omelia della Messa mattutina a Santa Marta - parlava del suo Predecessore. Spiegando del rischio che si corre nelle opere di misericordia, Francesco osservava: "Pensiamo qui, a Roma. In piena guerra: quanti hanno rischiato, incominciando da Pio XII, per nascondere gli ebrei, perché non fossero uccisi, perché non fossero deportati! Rischiavano la pelle! Ma era un opera di misericordia salvare la vita di quella gente! Rischiare!".