Città del Vaticano , martedì, 22. marzo, 2022 9:00 (ACI Stampa).
“Il sacramento della Riconciliazione, sacramento di guarigione, è anche per eccellenza il sacramento della gioia(…)Certamente parliamo di una gioia soprannaturale, che non possiamo confondere in alcun caso con la cessazione o l’eliminazione del senso psicologico di colpa”. Lo ha ricordato il cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere maggiore, aprendo al Palazzo della Cancelleria il XXXII Corso sul Foro Interno ieri pomeriggio.
Il Corso si concluderà il 25 mattina con la udienza del Papa e suo completamento è la celebrazione Penitenziale il 25 pomeriggio con la Consacrazione al Cuore di Maria.
Nella sua Lectio il cardinale ha ricordato ai sacerdoti che “ogni assoluzione sacramentale vissuta nella fede è, sia per il penitente, sia per il confessore, un’esperienza di exousia divina, della potenza di Cristo Salvatore, che ancora oggi tocca l’umanità ferita, malata, morente o morta, e la guarisce e la richiama in vita”.
Come il sacramento vero e proprio anche la direzione spirituale è “anche una dimensione essenziale del sacerdozio ministeriale, poiché in essa trova concretezza sia l’esercizio del munus profetico, nel quale la parola e la volontà di Dio sono indicate al singolo, sia l’esercizio del munus regale, capace, nella forza dello Spirito, di indicare, con paternità ed autorevolezza, la strada da percorrere, quella che, insieme al penitente o al figlio/a spirituale si è individuata come volontà di Dio”.
Si tratta certamente di due aspetti molto diversi, uno sacramentale e l’altro no, che non vanno confusi da parte del confessore o del penitente.