Advertisement

Per non dimenticare i crimini del nazismo

Riflessioni del cardinale polacco Zenon Grocholewski, inviato del Papa ad Auschwitz

Una immagine di Auschwitz | Una immagine di Auschwitz | Wikimedia / DNalor1 (CC-BY-SA 3.0)
Una immagine di Auschwitz | Una immagine di Auschwitz | Wikimedia / DNalor1 (CC-BY-SA 3.0)
 Il cardinale Zenon Grocholewski |  | pd
Il cardinale Zenon Grocholewski | pd

Oggi 27 gennaio si celebra il 75 ° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Per rendere omaggio alle vittime del nazismo ad Oświęcim (nome della cittadina dove nella Polonia occupata i tedeschi costruirono il campo passato alla storia come con il nome di “Auschwitz”) verranno delegazioni di molti Paesi, rappresentati di diverse monarchie, presidenti e primi ministri.

Alla celebrazione parteciperanno anche gli ospiti speciali: 200 ex prigionieri di Auschwitz e sopravvissuti all'Olocausto. L'inviato speciale del Santo Padre sarà il cardinale Zenon Grocholewski - prefetto emerito della Congregazione per l'Educazione Cattolica. Alla vigilia della sua partenza abbiamo rivolto al Porporato alcune domande.

Eminenza, Lei parteciperà, come rappresentante della Santa Sede, alle celebrazioni del 75-mo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Sarà uno da tanti illustri ospiti della celebrazione…

E’ vero che quest’anno le celebrazioni saranno particolarmente solenni. Saranno presenti oltre 50 delegazioni governative, fra le quali il Re di Spagna con la Regina, il Re dei Paesi Bassi anche con la Regina, il Granduca del Lussemburgo, il Duca Haakon della Norvegia, la Duchessa Vittoria della Svezia, la Duchessa di Lily of the Valley, e i presidenti di più di 10 nazioni. Verranno anche delegazioni del Consiglio d’Europa, del Consiglio Europeo e dell’ONU. Comunque, si considera come i più importanti ospiti della celebrazione saranno circa 200 sopravvissuti, ex detenuti del campo di concentramento.

 Il campo di concentramento Auschwitz-Birkenau era uno fra tanti campi di questo genere. Che cosa erano i lager organizzati dai tedeschi nel periodo della dittatura nazista?

Advertisement

I tedeschi costruirono campi (in tedesco lager) di diverso genere: campi di concentramento, campi di sterminio, campi di lavori forzati, ecc. La loro storia risale all’anno 1933 ed è legata alla campagna antisemita in Germania. Le fonti dicono che dal 1933 al 1945 il governo tedesco fece costruire 20 mila di questi diversi lager situati nei molti Paesi europei. Le vittime dei lager ammontano a circa 11 milioni di persone, di cui 6 milioni di religione ebraica: tutte vittime dell’ideologia nazional-socialista. Spaventose le sofferenze arrecate ai detenuti: fucilazioni, sterminio di massa nelle camere a gas, punizioni corporali inflitte per futili motivi, percosse spesso mortali, inimmaginabili violenze, impensabili e spietati esperimenti medici sugli esseri umani, ecc.

Perché proprio all’anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau viene data tanta importanza?

Perché si tratta del più grande campo di concentramento tedesco nel territorio polacco che nello stesso tempo era il più grande campo di sterminio per le persone da tante nazioni portate qui dai tedeschi. Per questo è diventato quasi un simbolo della realizzazione dello spietato crimine contro l’umanità compiuto durante la Seconda guerra mondiale.

Questo campo fu costruito nel maggio 1940 ed era allora programmato per 30 mila prigionieri. All’inizio era destinato alla popolazione polacca. Questo lager aveva anche oltre 40 piccoli campi da esso dipendenti dove i prigionieri furono costretti di lavorare per le aziende tedesche. Nel 1941 cominciò a funzionare il campo di Birkenau, al quale furono trasferite le donne, prigionierie di Auschwitz. Dal 1942, quando i tedeschi cominciarono a realizzare il programma dello sterminio definitivo degli ebrei, “la soluzione finale”, ad Auschwitz venivano spediti massicciamente gli ebrei da tutta l’Europa. Si stima che nell’arco di 24 ore i carcerieri tedeschi furono capaci di uccidere nelle camere a gas e bruciare nei crematori circa 9 mila persone. Comunque, gli ebrei erano portati anche ad altri campi per essere sterminati. Ad Auschwitz furono assassinati tanti polacchi ed anche alcune migliaia di prigionieri di guerra russi nonché molti rom da tutta l’Europa,

Chi ha liberato il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau?

Le truppe sovietiche liberarono il campo il 27 gennaio del 1945. Ma occorre però ricordare due cose. Prima, in base al Patto Molotov-Ribbentrop (Hitler-Stalin) del 23 agosto 1939 i tedeschi e i sovietici si sono spartiti la Polonia: la Germania ha invaso la Polonia da ovest il 1° settembre 1939, le truppe russe invece attaccarono la Polona da est il 17 settembre 1939. Solo successivamente queste due potenze, prima alleate, si misero in conflitto con il tentativo dei tedeschi di occupare la Russia: tentativo fallito. Per questo motivo ad Auschwitz il 27 gennaio 1945 un invasore della Polonia sconfisse un altro. Lo spiega bene la nota pubblicata in occasione delle celebrazioni del 27 gennaio: “I prigionieri salutavano i soldati russi come autentici liberatori […] Un paradosso consiste nel fatto che i soldati che rappresentavano il totalitarismo staliniano portarono la liberta ai prigionieri del totalitarismo hitleriano”. La Russia, infatti non ha liberato la Polonia, ma in un certo senso l’ha occupata imponendo al Paese l’ideologia e il regime comunista. Questo spiega perché la gioia della liberazione del campo di concentramento tedesco è venata da una certa nota di amarezza.

More in Europa

Con quali riflessioni visita Auschwitz?

Diverse. Soprattutto con una ansiosa riflessione sul mysterium iniquitatis (il mistero dell’iniquità). Come l’uomo può arrivare ad una tale degradazione di se stesso da essere capace di azioni così mostruose compiute con premeditazione, con sangue freddo? E occorre ricordare che non si tratta di alcuni casi isolati, ma di un immenso numero di individui coinvolti che compivano inimmaginabili crudeltà su persone completamente innocenti e che una tale bestialità non si è limitata ad Auschwitz, ma ha avuto una dimensione molto vasta. In questa riflessione è difficile non accorgersi che alla base di tutto quello fu una ideologia che ha messo da parte Dio. Un’altra ideologia senza Dio, quella ideata da Marx ed Engels, causò simili crudeltà. Escludendo Dio, escludendo la verità oggettiva, l’uomo fa sé stesso fonte della verità e ciò può aprire la strada alle più tremende malvagità, ingiustizie e disprezzo della persona umana. Pregherò affinché a quanti non credono in Dio o, ancor peggio, rinnegano Dio, il Signore dia l’ammirevole e costruttivo dono della fede.

In questa riflessione non si può prescindere dal caso di san Massimiliano Kolbe che ad Auschwitz offrì la propria vita per uno sconosciuto padre della famiglia, affinché egli potesse tornare a casa. In questo modo accettò volontariamente la crudele morte nel bunker della fame. Così, in quell’inferno di odio e disprezzo, creato da parte di chi ha rinnegato Dio, un ammirevole atto d’amore da parte di chi ha profondamente creduto in Dio. Dio è amore. Noi siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio e quindi chiamati all’amore. La fede non può che richiamare il più grande comandamento, comandamento d’amare Dio e il prossimo. San Massimiliano Kolbe ripeteva: “Solo l’amore crea!”. I sopravvissuti raccontavano molti altri atti d’amore compiuti dai detenuti mossi dalla loro fede in Dio, anche se non sono stati documentati.

Come già prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, ho riflettuto anche sull’educazione che non può essere veramente costruttiva se non viene appoggiata sui solidi valori. Papa Benedetto XVI ha parlato della esistente ai nostri tempi “dettatura del relativismo”. Il relativismo etico preclude una educazione costruttiva. Infatti, se non esistono valori oggettivi, se tutto è relativo, a che cosa educare? Ciascuno ai suoi “ideali”? Incluso alle ideologie inventate in base alle proprie concupiscenze?