Città del Vaticano , giovedì, 16. marzo, 2017 13:01 (ACI Stampa).
Un ramoscello d’ulivo di bronzo è stato donato da Papa Francesco al presidente del Libano Michel Aoun, al termine di una conversazione di 18 minuti con l’aiuto monsignor Yoannis Ghazi Laid, il segretario particolare di Papa Francesco di origine egiziana.
Il presidente libanese, eletto alla fine di ottobre dopo uno stallo istituzionale di due anni, è arrivato a Roma per la prima visita ufficiale in Vaticano con un seguito di circa 20 persone. I temi dell’incontro sono stati preparati con cura dallo staff presidenziale, che il 15 marzo ha incontrato l’arcivescovo Giordano Caccia, nunzio apostolico in Giordania, per definire i temi di comune interesse. Il presidente ha deciso di andare in Vaticano prima che in ogni altro Paese europeo.
Logico, dunque, che molte delle attenzioni siano rivolte soprattutto all’incontro bilaterale che il presidente ha avuto con il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Sato vaticano, e con l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro degli Esteri, subito l’incontro con il Pontefice.
Tra gli elementi di comune interesse, la situazione dei migranti: il Libano ha accolto circa un milione di rifugiati siriani, a fronte di una popolazione di 4 milioni di abitanti, e l’importanza strategica del Paese nella regione, in particolare con riferimento alla crisi siriana, è altissima. Tanto che nel 2014 si pensò a un viaggio di Papa Francesco nella nazione, dopo che c’era stato Benedetto XVI nel 2012, consegnando lì l’esortazione apostolica post-sinodale ecclesia in Medio Oriente.
Il presidente Aoun è arrivato puntuale, e il Papa lo ha accolto dicendo in francese: “Buongiorno, piacere di riceverla”. La conversazione poi è andata avanti in arabo da parte del presidente Aoun e in italiano da parte del Papa, con l’aiuto di un traduttore vaticano.