Città del Vaticano , venerdì, 17. giugno, 2022 12:30 (ACI Stampa).
Papa Francesco avrebbe avuto un incontro con funzionari del governo ucraino per cercare di comprendere se sarebbe potuto andare a Kyiv. Lo aveva annunciato ai bambini della manifestazione del Treno dei Bambini, lasciando tutti nello sconcerto. Perché non c’erano informazioni di una delegazione del governo ucraino in Vaticano, né c’erano iniziative in tal senso. E in realtà, l’incontro era qualcosa di diverso: organizzato da un amico argentino del Papa, l’incontro ha visto la partecipazione di due amici di questo Alejandro, del quale non sono state date moltte informazioni: Yevhen Yakushev di Mariupol e Denys Kolyada, consulente per il dialogo con le organizzazioni religiose, al quale si è unito, come amico personale di Kolyada, il vice rettore dell’Università Cattolica Ucraina a Leopoli, Myroslav Marynovych.
Incontro informale, dunque, e organizzato da un amico. Ma un incontro di quelli cui il Papa dà molta importanza, nonostante la totale assenza di peso istituzionale, e dunque da tenere d’occhio. Certo, non era l’incontro con le autorità ucraine di cui aveva parlato il Papa. Si trattava, piuttosto, di una iniziativa di Alejandro per aiutare il Papa a meglio comprendere la situazione ucraina e per aiutarlo a superare il malcontento riguardo alcuni sui passi. Alejandro ha creato una piattaforma di comunicazione informale, e lo stesso Alejandro si è fatto latore di alcune lettere di istituzioni pubbliche, tra cui appunto quella di Denys Kolyada, che il Papa ha particolarmente apprezzato.
L’incontro è avvenuto l’8 giugno, e la cronaca dell’incontro è stata fornita proprio dal professor Marynovych, in un articolo sulla agenzia ucraina RISU. Marynovych ha detto che, grazie al fatto che si trattava di un incontro informale, l’incontro è durato 1 ora e 45 minuti. Gli interlocutori del Papa sono stati chiamati ad analizzare i motivi per cui molti ucraini sono critici riguardo la posizione della Santa Sede sulla guerra russo-ucraina e verso i passi di solidarietà.
Marynovich ha raccontato che “abbiamo parlato del fatto che la Russia utilizzi sia le armi che le false informazioni”, al punto che l’Ucraina, anche dal Vaticano, è stata vista soprattutto attraverso il prisma russo, e che è ingiusto guardare gli offesi “attraverso il prisma della propaganda informativa dell’aggressore”.
Marynovych ha affermato di aver chiesto al Papa di “sviluppare una propria politica ucraina”, non derivata dalla politica russa, e che la speranza è che il Papa aiuti il popolo ucraino a diventare “un popolo di luce”, perché questo “non ha potuto mai essere soggetto dela propria storia”.