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Papa Francesco, scegliamo lungo la Settimana Santa come portare la croce: non al collo, ma nel cuore

L'omelia della Domenica delle Palme letta dal Cardinale Sandri

Il Cardinale Sandri |  | Vatican Media
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La messa della Domenica delle Palme |  | Vatican Media
La messa della Domenica delle Palme | Vatican Media
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"La passione di Gesù diventa compassione quando tendiamo la mano a chi non ce la fa più, quando solleviamo chi è caduto, quando abbracciamo chi è sconfortato". Papa Francesco lo ha scritto nella omelia della messa della Domenica delle Palme, e a leggere il testo è il cardinale Leonardo Sandri, Vice Decano del Collegio Cardinalizio, che ha  presieduto  la solenne celebrazione liturgica.

La riflessione del Papa mette a confronto il Cireneo e San Pietro. "il Cireneo viene obbligato a portare la croce: non aiuta Gesù per convinzione, ma per costrizione. Dall’altro, egli si trova a partecipare in prima persona alla passione del Signore. La croce di Gesù diventa la croce di Simone.

Non però di quel Simone detto Pietro che aveva promesso di seguire sempre il Maestro. Quel Simone è scomparso nella notte del tradimento, dopo aver proclamato: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte» (Lc 22,33). Dietro a Gesù non cammina ora il discepolo, ma questo cireneo. Eppure il Maestro aveva insegnato chiaramente: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc 9,23). Simone di Galilea dice, ma non fa. Simone di Cirene fa, ma non dice: tra lui e Gesù non c’è alcun dialogo, non viene pronunciata una parola. Tra lui e Gesù c’è solo il legno della croce".

Cosa c'è nel cuore del Cireneo ? "Mettiamoci nei suoi panni: sentiamo rabbia o pietà, tristezza o fastidio? Se ricordiamo che cosa ha fatto Simone per Gesù, ricordiamo pure che cosa ha fatto Gesù per Simone – come per me, per te, per ognuno di noi –: ha redento il mondo. La croce di legno, che il Cireneo sopporta, è quella di Cristo, che porta il peccato di tutti gli uomini. Lo porta per amore nostro, in obbedienza al Padre (cfr Lc 22,42), soffrendo con noi e per noi. È proprio questo il modo, inatteso e sconvolgente, col quale il Cireneo viene coinvolto nella storia della salvezza, dove nessuno è straniero, nessuno è estraneo".

Quello che impariamo dal Cireneo è che "Gesù viene incontro a tutti, in qualsiasi situazione. Quando vediamo la moltitudine di uomini e donne che odio e violenza gettano sulla via del Calvario, ricordiamoci che Dio trasforma questa via in luogo di redenzione, perché l’ha percorsa dando la sua vita per noi. Quanti cirenei portano la croce di Cristo! Li riconosciamo?

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Vediamo il Signore nei loro volti, straziati dalla guerra e dalla miseria? Davanti all’atroce ingiustizia del male, portare la croce di Cristo non è mai vano, anzi, è la maniera più concreta di condividere il suo amore salvifico".

Quindi per il Papa "la passione di Gesù diventa compassione quando tendiamo la mano a chi non ce la fa più, quando solleviamo chi è caduto, quando abbracciamo chi è sconfortato. Fratelli, sorelle, per sperimentare questo grande miracolo della misericordia, scegliamo lungo la Settimana Santa come portare la croce: non al collo, ma nel cuore. Non solo la nostra, ma anche quella di chi soffre accanto a noi; magari di quella persona sconosciuta che il caso – ma è proprio un caso? – ci ha fatto incontrare. Prepariamoci alla Pasqua del Signore diventando cirenei gli uni per gli altri".

Piazza San Pietro sotto un cielo cupo di nuvole era inondata di colori.

Oggi sono stati distribuiti 150 palme e 200.000 ramoscelli di ulivo forniti dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio, Regione Lazio. Inoltre sono state distribuite alcune “palme fenix” - donate dal Cammino Neocatecumenale e i tradizionali palmurelli intrecciati, forniti dall’impresa individuale Errico Grazia di Sanremo. Grandi piante di ulivo, sono vicine delle statue dei Santi Pietro e Paolo ai piedi del Sagrato e dell’Obelisco, grazie all’azienda florovivaistica all’ingrosso Flora Olanda di Roma.

Inoltre alla diocesi di Roma e alle parrocchie del I Municipio sono stati donati i frutti della leggera potatura di alcune piante di ulivo site sul Palatino. L’iniziativa è promossa dal Parco archeologico del Colosseo ed è realizzata in collaborazione con AMA, il Vicariato di Roma e il Municipio Roma I Centro.