Città del Vaticano , sabato, 13. novembre, 2021 12:32 (ACI Stampa).
Come ogni anno Papa Francesco ha ricevuto stamane i membri della “Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI”, per il conferimento del Premio Ratzinger 2021, assegnato quest’anno ad Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz e a Ludger Schwienhorst-Schönberger. Insieme a loro sono stati invitati Jean-Luc Marion e Tracey Rowland, premiati lo scorso anno ma senza la cerimonia pubblica a causa dell’emergenza sanitaria.
Questa cerimonia – ha detto Papa Francesco – “oltre a riconoscere gli alti meriti culturali di alcuni studiosi e artisti, stabilisce un legame durevole, una relazione feconda per la presenza e il servizio della Chiesa nel mondo della cultura. La comunità dei premiati si allarga ogni anno, oltre che nel numero, anche nella varietà dei Paesi rappresentati. E si allarga pure nella varietà delle discipline di studio e delle arti coltivate. La dinamica della mente e dello spirito umano è davvero senza confini nel conoscere e nel creare. Questo è effetto della scintilla accesa da Dio nella persona fatta a sua immagine, capace di cercare e trovare significati sempre nuovi nel creato e nella storia, e di continuare a esprimere la vitalità dello spirito nel plasmare e trasfigurare la materia”.
Parlando poi di Benedetto XVI, il Papa lo definisce maestro e “teologo che ha saputo aprire e alimentare la sua riflessione e il suo dialogo culturale verso tutte queste direzioni insieme, perché la fede e la Chiesa vivono nel nostro tempo e sono amiche di ogni ricerca nella verità”.
Papa Francesco rivolge al predecessore un “pensiero affettuoso, riconoscente e ammirato. Sentiamo che egli ci accompagna con la preghiera, tenendo il suo sguardo continuamente rivolto verso l’orizzonte di Dio. Oggi lo ringraziamo in particolare perché è stato anche esempio di dedizione appassionata allo studio, alla ricerca, alla comunicazione scritta e orale; e perché ha sempre unito pienamente e armoniosamente la sua ricerca culturale con la sua fede e il suo servizio alla Chiesa”.
“Non dimentichiamo – ha detto ancora il Papa - che Benedetto XVI ha continuato a studiare e scrivere fino alla fine del suo pontificato. Mentre adempiva le sue responsabilità di governo, era impegnato a completare la sua trilogia su Gesù e così lasciarci una testimonianza personale unica della sua costante ricerca del volto del Signore. È la ricerca più importante di tutte, che egli poi ha continuato a portare avanti nella Chiesa. Ce ne sentiamo ispirati e incoraggiati, e gli assicuriamo il nostro ricordo al Signore”.