Non c'è vero amore senza un prezzo da pagare e lo sanno tante mamma e tanti papà.
Gesù chiede di seguirlo “sulla via che Egli stesso ha percorso, senza cercare scorciatoie”. Ma portare la croce con Gesù, dice il Papa, non fa paura, “perché Lui è sempre al nostro fianco per sorreggerci nell’ora della prova più dura, per darci forza e coraggio. Neanche serve agitarsi per preservare la propria vita, con un atteggiamento timoroso ed egoistico”. Un paradosso quello del Vangelo perdere la vita per trovarla di cui “abbiamo, grazie a Dio, tantissimi esempi! Lo vediamo in questio girni quanta gente porta croci per aiutare gli altri che hanno bisogno in questa pandemia. La pienezza della vita e della gioia si trova donando sé stessi per il Vangelo e per i fratelli, con apertura, accoglienza e benevolenza”.
Il Papa racconta la vicenda di un bambino che porta i suoi risparmi in parrocchia per aiutare chi è colpito dalla pandemia, e aggiugne che un modo per sperimentate “la generosità e la gratitudine di Dio” una “riconoscenza contagiosa, che aiuta ciascuno di noi ad avere gratitudine verso quanti si prendono cura delle nostre necessità”.
E poi ricorda il servizio del volontariato che è una grande forza del popolo italiano, si fa per servizio, dice Francesco.
E la “gratitudine, la riconoscenza, è prima di tutto segno di buona educazione, ma è anche un distintivo del cristiano. È un segno semplice ma genuino del regno di Dio, che è regno di amore gratuito e riconoscente”.
Dopo la preghiera il Papa ha ricordato che il 30 giugno, si terrà la quarta Conferenza dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite per “sostenere il futuro della Siria e della regione”: Pensate che ci sono bambini che hanno fame e non hanno da mangiare, "per favore che i dirigenti siano capaci di fare la pace" dice il Papa.
Il Pensiero del Papa è andato anche allo Yemen, “in modo speciale per i bambini, che soffrono a causa della gravissima crisi umanitaria. Come pure per quanti sono stati colpiti dalle forti alluvioni nell’Ucraina occidentale: possano sperimentare il conforto del Signore e il soccorso dei fratelli”.
Un pensiero poi ai partecipanti alla Messa in rito congolese che hanno pregato a Roma per la Repubblica Democratica del Congo e infine l’appuntamento a domani per la festa dei Santi Pietro e Paolo.
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