Città del Vaticano , domenica, 12. settembre, 2021 17:11 (ACI Stampa).
Ai membri del Consiglio Ecumenico delle Chiese, guidati dal primate della Chiesa ortodossa delle Terre Ceche e della Slovacchia Rastislav, Papa Francesco delinea un percorso che punti alla libertà donata da Gesù Cristo, piuttosto che ad una libertà fatta dalla concessione di spazi e di diritti. Ed è una dichiarazione che ha sullo sfondo decenni di diatribe, in particolare tra ortodossi e cattolici. Perché, quando c’era la dominazione sovietica in Slovacchia, la Chiesa greco-cattolica fu sciolta in uno pseudo-Sinodo a Presov nel 1950, e fu assorbita dalla Chiesa ortodossa. E, anche quando la Chiesa Greco Cattolica poté tornare fuori dalle catacombe, molte proprietà non furono restituite. E sono continuati i dibattiti sulle proprietà non restituite anche dopo la caduta del Muro di Berlino, in dibattiti senza fine che hanno messo a rischio il tessuto ecumenico faticosamente costruito.
È significativo che il primo incontro di Papa Francesco in Slovacchia sia proprio con il Consiglio Ecumenico delle Chiese. Lo fa nella nunziatura, che si trova su una salita verso il castello e che sarà luogo di vari altri incontri durante questi tre giorni slovacchi del Papa.
Papa Francesco ricorda loro che, dopo la persecuzione, ora tutte le Chiese cristiane sono accomunate da “un tratto di percorso nel quale sperimentate quanto sia bello, ma al tempo stesso difficile, vivere la fede da liberi. C’è infatti la tentazione di ritornare schiavi, non certo di un regime, ma di una schiavitù ancora peggiore, quella interiore”.
Il Papa cita Dostoevskij e la sua leggenda del Grande Inquisitore, che imprigiona Gesù e lo accusa di aver dato troppa importanza alla libertà degli uomini, che invece sarebbero “disposti a barattare la libertà con una schiavitù più comoda, quella di assoggettarsi e a qualcuno che decida per loro, pur di avere pane e sicurezze”.
L’accusa a Gesù è di aver “continuato a preferire per l’uomo libertà, mentre l’umanità reclama pane e poco altro”.