Città del Vaticano , giovedì, 20. gennaio, 2022 12:41 (ACI Stampa).
Sant’Ireneo di Lione, teologo del II secolo che fu campione della lotta alle eresie gnostiche sarà stato proclamato da Papa Francesco dottore della Chiesa. Il Papa aveva già annunciato la sua intenzione di proclamare Sant’Ireneo dottore della Chiesa dandogli il titolo di "Doctor Unitatis" lo scorso 7 ottobre, incontrando il gruppo misto di lavoro cattolico ortodosso che prende proprio il nome del Santo. Con la decisione di oggi, si fa un passo avanti verso la sua proclamazione.
La decisione è stata presa nell'udienza concessa dal Papa al Cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il cardinale - si legge nel bollettino della Sala Stampa della Santa Sede - "ha proposto al Sommo Pontefice di accogliere il parere affermativo della Sessione Plenaria dei Cardinali e Vescovi Membri del medesimo Dicastero, circa il conferimento del titolo di Dottore della Chiesa universale a Sant’Ireneo, Vescovo di Lione, nato probabilmente a Smirne (ora Turchia) fra il 130 e il 140 e morto a Lione (Francia) nel 202".
Chi era Sant’Ireneo? Nato probabilmente a Smirne, arrivato in Gallia nel 177 e discepolo di Policarpo e indirettamente dell’apostolo Giovanni, è stato il primo teologo cristiano a tentare di elaborare una sintesi globale del cristianesimo primitivo. Parlava il greco, ma per evangelizzare celtici e germanici imparò le lingue di popoli considerati barbari.
Di fronte all’insorgere dello gnosticismo, che fu la prima forma di eresia con un impianto dottrinale che affascinava anche i cristiani colti, e di fronte al diffondersi del neoplatonismo, Ireneo lavorò per dare una risposta teologica decisiva nel mostrare gli errori di entrambe. Se gli gnostici dicevano che la fede insegnata era solo un simbolismo per i semplici, incapaci di capire le cose difficili, Ireneo sottolineava come la proposta cristiana fosse universale. Con i neoplatonici, Ireneo si mise in dialogo, elaborando personalmente alcuni dei suoi principi generali.
Dei suoi scritti rimangono due opere: i cinque libri intitolati “Contro le eresie” e l’“Esposizione della predicazione apostolica”, definito anche il più antico catechismo della dottrina cristiana.