Città del Vaticano , domenica, 31. maggio, 2020 10:40 (ACI Stampa).
Qualche fedele in più e un grande quadro della Madonna che scioglie i nodi, tutti con la mascherina ma non il Papa e i celebranti. Così all’ altare della Cattedra di San Pietro Papa Francesco ha celebrato la Pentecoste. In molte diocesi italiane nei giorni scorsi hanno celebrato la messa del crisma, ma a Roma no. Il Papa ha invece inviato una lettera ai sacerdoti della sua diocesi.
Nella omelia della messa il Papa ha commentato le letture della solennità che conclude il tempo di Pasqua. Francesco ritorna alla prima comunità cristiana fatta, dice, di gente semplice, e di “provenienze e contesti sociali diversi, nomi ebraici e nomi greci, caratteri miti e altri focosi, visioni e sensibilità differenti. Gesù non li aveva cambiati, non li aveva uniformati facendone dei modellini in serie. Aveva lasciato le loro diversità e ora li unisce ungendoli di Spirito Santo. L’unione arriva con l’unzione”.
La domanda per i cristiani di oggi: “Che cosa ci unisce, su che cosa si fonda la nostra unità?”.
Il Papa mette in guardia dalla tentazione “di difendere a spada tratta le proprie idee, credendole buone per tutti, e andando d’accordo solo con chi la pensa come noi. Ma questa è una fede a nostra immagine, non è quello che vuole lo Spirito” che invece “ci ricorda che anzitutto siamo figli amati di Dio”.
E allora attenzione a non seguire lo spirito del mondo, dice il Papa che “ci vede di destra e di sinistra; lo Spirito ci vede del Padre e di Gesù. II mondo vede conservatori e progressisti; lo Spirito vede figli di Dio. Lo sguardo mondano vede strutture da rendere più efficienti; lo sguardo spirituale vede fratelli e sorelle mendicanti di misericordia. Lo Spirito ci ama e conosce il posto di ognuno nel tutto: per Lui non siamo coriandoli portati dal vento, ma tessere insostituibili del suo mosaico”.