Città del Vaticano , giovedì, 15. ottobre, 2020 15:00 (ACI Stampa).
Un patto educativo globale, che coinvolga istituzioni scolastiche, ma anche artisti e media, e che proponga un nuovo modello di educazione per superare le emergenze del mondo. Collegato in videomessaggio alla Pontificia Università Lateranense, dove si svolge l’evento, Papa Francesco delinea in sette punti quello che lui ritiene essere il percorso da fare per cambiare il mondo a partire dall’educazione.
L’evento del Patto educativo globale era inizialmente previsto a maggio, ed era poi stato spostato al 15 di ottobre per via della pandemia. Quindi, è stato ulteriormente rinviato all’anno prossimo, mantenendo però in questa data un incontro virtuale, lanciato da un videomessaggio del Papa.
Papa Francesco chiede di impegnarsi in otto punti: mettere al centro di ogni processo educativo e formale la persona; ascoltare la voce dei bambini; favorire la piena partecipazione delle bambine e delle ragazze all’istruzione, vedere nella famiglia il primo e indispensabile soggetto educatore; educare ed educarci nell’accoglienza, aprendoci ai più vulnerabili ed emarginati; impegnarci a studiare per trovare altri modi di intendere l’economia, di intendere la politica, di intendere la crescita e il progresso; custodire e coltivare la nostra casa comune. A questi sette punti, si aggiunge l’impegno a portare avanti attività nei Paesi di origine, illuminati dalla Dottrina Sociale della Chiesa.
Sono punti che, in fondo, sono sempre stati connaturati con l’impegno della Chiesa, che da sempre, in ogni terra di missione od evangelizzata, ha messo su scuole e strutture educative che hanno incluso sempre tutti, ragazzi e ragazze, poveri ed emarginati. Un modello che Papa Francesco si sente di ribadire in questo evento, che si collega, per il suo riferimento all’economia, anche ad Economy of Francesco, anche questo rinviato all’anno prossimo.
Nel suo intervento, Papa Francesco nota che la pandemia ha fatto soffrire i sistemi educativi di tutto il mondo, tanto che si parla, in modo “un po’ forte”, di “catastrofe educativa di fronte ai circa dieci milioni di bambini che potrebbero essere costretti a lasciare la scuola a causa della crisi economica generata dal coronavirus”, aumentando “un divario educativo già allarmante, con oltre 250 milioni di bambini in età scolare esclusi da ogni attività formativa”.