Nagasaki , domenica, 24. novembre, 2019 8:00 (ACI Stampa).
I martiri del Giappone come i martiri di oggi. Dopo la visita al memoriale della bomba di Nagasaki, Papa Francesco va al memoriale di San Paolo Miki e compagni, uccisi nel XVI secolo, e li unisce idealmente ai martiri del XXI secolo, chiede di alzare la voce perché “la libertà religiosa sia garantita a tutti e in ogni angolo del pianeta”, ma anche contro la manipolazione delle religioni.
È una giornata piovosa a Nagasaki, e Papa Francesco ha qualche difficoltà nell’accendere il cero votivo davanti al monumento dei martiri. In Giappone sono le 10.45, le 2.45 del mattino in Italia.
San Paolo Miki e compagni subirono il martirio nel 1597, furono beatificati nel 1627 e canonizzati da Pio IX nel 1862. Il monumento dove Papa Francesco va rendere loro omaggio è stato eretto a cento anni dalla canonizzazione, e le spoglie di alcuni di loro (Paolo Miki, Giacomo Kiasi e Giovanni Goto) sono custodite nella chiesa di San Filippo, giusto sul lato del memoriale e riconoscibile perché le torri campanarie sono ispirate alle architetture di Gaudì.
Paolo Miki era di Kyoto, dove nacque nel 1556. Proveniva da una famiglia benestante, fu battezzato a cinque anni e divenne novizio della Compagnia di Gesù a 22 anni: fu il primo religioso cattolico giapponese, e fu destinato alla predicazione, in un Giappone che ha sete di cristianesimo dopo la predicazione di San Francesco Saverio, che vi era arrivato nel 1549.
Alla fine del 1500, lo shogun Hideyoshi diede inizio alla persecuzione contro i cristiani, e ordinò l’espulsione di tutti i sacerdoti. Arrestato nel dicembre 1596 ad Osaka, Paolo Miki fu costretto, insieme ad alcuni missionari stranieri e altri cristiani giapponesi, a fare a piedi gli 800 chilometri di viaggio fino a Nagasaki, dove sarebbe stato giustiziato. Si era scelto di compiere le esecuzioni a Nagasaki proprio perché era una città dalla significativa presenza cristiana. Fu un mese di cammino, nel rigido inverno giapponese. Quando arrivarono sulla collina di Nishizaka, San Paolo Miki e compagni furono crocifissi e trafitti con le lance dopo una lunga agonia. Prima di morire, Paolo perdonò i suoi carnefici ed esortò tutti a seguire la fede in Cristo. Cominciò con quel martirio il periodo del “silenzio” dei cristiani in Giappone.