Città del Vaticano , venerdì, 15. luglio, 2022 13:00 (ACI Stampa).
Papa Francesco nomina Francesco Nunzio vicedirettore dell’Ufficio del Fondo Pensioni vaticano. La figura del vicedirettore non era presente nell’organigramma del Fondo presentato nell’Annuario Pontificio, dove figurano come presidente del Consiglio di Amministrazione Nino Savelli e come direttore l’avvocato Stefano Di Pinto.
L’organigramma del Fondo Pensioni si arricchisce così di una nuova figura, in una contingenza che sembra particolarmente difficile. Nel presentare il bilancio della Santa Sede a luglio 2021, padre Antonio Guerrero Alves, prefetto della Segreteria per l’Economia, sottolineò che “il deficit attuariale del Fondo Pensioni pesa sulla Santa Sede per i prossimi 100 anni, così come il Fondo Sanitario ha il suo 'deficit attuariale'. Gli enti della Santa Sede non hanno scopo di lucro. Molti tendono a essere in perdita perché forniscono servizi che non sono completamente finanziati. C'è un lavoro importante da fare per migliorare la sostenibilità”.
Così, mentre si attende la pubblicazione del secondo bilancio dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), il Papa rafforza la squadra economica. Francesco Nunzio era stato nominato capo ufficio della Segreteria per l’Economia nel 2018, ed era arrivato come officiale del dicastero economico dalla sua precedente esperienza all’APSA. Ha fatto una intera carriera all’interno dei dicasteri economici vaticani.
Nel 2015, Papa Francesco aveva riformato il Fondo Pensioni con un motu proprio in cui, per la prima volta, si decideva che la presidenza del Fondo sarebbe stata affidata ad un presidente di nomina papale, mentre prima questa era assunta dal presidente dell’APSA. Il Papa nomina il presidente del Consiglio di Amministrazione scegliendo da una rosa di almeno tre candidati presentati dal Coordinatore del Consiglio per l’Economia.
La riforma del Fondo Pensioni includeva anche una riforma del Consiglio di Amministrazione, che sanzionava ogni conflitto di interesse e che prevedeva la nomina di “esperti provenienti da diversi Paesi” nominati dal Consiglio per l’Economia ed esperti designati dalle grandi amministrazioni vaticane, che al tempo erano la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, la Commissione per lo Stato di Città del Vaticano, l’APSA e la Fabbrica di San Pietro.