Vilnius , martedì, 4. settembre, 2018 16:00 (ACI Stampa).
Un piccolo aggiornamento del programma di Papa Francesco nei Paesi Baltici è stato annunciato il 4 settembre. Il "Museo del Genocidio", come viene chiamato in Lituania, è chiamato con il suo nome ufficiale di "Museo dell'Occupazione dei Diritti e delle Libertà", come già era nel programma ufficiale già divulgato. Ma è stata aggiunta una sosta di preghiera al Momumento delle Vittime del Ghetto, in piazza Rudniky.
Il piccolo cambiamento di programma è dovuto anche al fatto che in Lituania il cosiddetto "Museo del Genocidio" riferisce la parola genocidio alle purghe staliniane che fecero 20 mila morti, e al giogo sovietico sul territorio. Il Museo è in un ex edificio del KGB dove fu imprigionato anche il beato Teofilus Matulionis. Ma allo stesso tempo a Vilnius era presente una fiorente comunità ebraica, che si racchiudeva in un ampio quartiere, e che fu interessata anche dalle persecuzioni della Shoah. Così, spesso il termine "genocidio" è stato contestato, considerando anche le accuse di collaborazionismo anti-semita a volte mosse contro il popolo lituano.
Il cambiamento di programma mostra come le ferite della storia brucino ancora nei Paesi Baltici, e che la necessità sia quella di guardare al futuro.
Sono i giovani la speranza dei Paesi baltici, e non è un caso che il viaggio di Papa Francesco comincerà proprio con un grande happening di giovani, nella piazza della Cattedrale di Vilnius. Sarà il modo di tastare il polso della società del futuro.
Arriveranno giovani da tutta l’antica Livonia: partono pullman dalla Bielorussia, ma anche dalla Polonia, tutti territori che hanno pezzi di storia in comune con la Lituania. E poi, ovviamente, ci saranno lettoni ed estoni, ansiosi di vedere il Papa più volte nel corso di tre giorni.