Il Cardinale Parolin scrive che il Papa assicura “vicinanza spirituale” ai giovani che si incontrano a Madrid, ricorda, sulla scia del Sinodo sui giovani, che la Chiesa “si fida dei giovani”, e incoraggia a “creare un posto per il Signore nella vita e a riscoprire che, grazie all’amicizia con Gesù, è possibile vivere una ospitalità generosa, imparare ad arricchirsi delle differenze degli altri e fare crescere i talenti per diventare ponti tra Chiese, religioni e popoli”.
Papa Francesco invita i giovani protestanti, cattolici e ortodossi “a crescere nella fiducia in Dio che ti accoglie e ti ama come sei, e che ti chiama ad accogliere la differenza come via di comunione”, e incoraggia i giovani “ad accogliere e sostenere i fratelli e sorelle maggiori nella fede” e ad usare i loro “talenti, energia e forza per migliorare il mondo e per assicurare che ogni persona possa trovare il suo posto nella grande famiglia umana”.
Infine, il messaggio sottolinea che Dio conta sull’entusiasmo dei giovani radunati a Madrid “per accettare la sfida dell’ospitalità”, soprattutto avvicinandosi “all’umanità ferita e a coloro che sono tenuti separati, rifiutati ed esclusi, piccoli poveri”.
L’incontro di Madrid è l’ultimo dei tre grandi incontri annuali della comunità, la cui agenda quest’anno si è dipanata tra Kiev, Hong Kong e appunto Madrid. Ogni anno, a marzo, Frere Alois, priore della comunità, va in udienza dal Papa per presentare gli appuntamenti dell’anno e le attività previste. Papa Francesco ha voluto Frere Alois come unico invitato speciale al Sinodo su “I Giovani, la Fede e il discernimento vocazionale”, che si è tenuto dal 3 al 28 ottobre.
Tra i messaggi arrivati, quello del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, il quale ha ricordato che “durante il loro viaggio storico, le Chiese e le comunità cristiane sono state costantemente impegnate a preservare l’integrità del corpo di Cristo”, e sebbene “oggi questa unità continui ad essere scossa, resta il fatto che il desiderio e la volontà del riavvicinamento, che definiscono l’identità stessa del dialogo ecumenico, non sono solo una possibilità, ma anche un’opportunità”.
John Sentamu, arcivescovo di York e Primate di Inghilterra, ha ricordato che “Dio ha sempre preparato una casa per noi”, e che “la terra che ha creato è ora la nostra preziosa casa”, e sta “a noi assicurare, attraverso il potere dello Spirito Santo, che rimanga un mondo ospitale, per i nostri vicini nel mondo, per coloro che hanno bisogno del nostro benvenuto oggi e per le generazioni a venire”.
Il Reverendo Olav Fykse-Tveit, segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese, ha invece rimarcato che “con Taizé, vediamo che l'ecumenismo non riguarda solo la gestione delle differenze o il superamento delle vecchie divisioni tra i cristiani”, ma che “si tratta di costruire una comunione, un'amicizia o "koinonia", basata sulla nostra relazione con Dio attraverso Cristo, e sul desiderio ardente di lavorare per la giustizia nel mondo”.
Il segretario del Forum Mondiale Cristiano, il reverendo Casely Baiden Essamuah, ha messo in luce nel suo messaggio che “il nostro mondo ha un grande bisogno di questi esempi di superare le differenze e le divisioni grazie al potere dell'amore e della fiducia”, mentre il reverendo Martin Junge, Segretario Generale della Federazione Luterana Mondiale, ha incoraggiato i giovani “a scoprire una risposta alle sfide attuali che non sono contrassegnate da paura, ostilità e chiusura timida sul privato e l'individuo”.
Infine, Elijah M. Brown, segretario generale dell’Alleanza Mondiale Battista, ha chiesto nel mezzo dei conflitti del nostro mondo, cerchiamo di trovare l'invito a praticare l'ospitalità della relazione”.
L’incontro di Madrid comincia oggi, e termina l’1 gennaio. Moltissime le iscrizioni, provenienti in particolare dalll’Est Europa: al 21 dicembre, c’erano 3500 giovani iscritti dalla Polonia e 2 mila dall’Ucraina.
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