Si sa poco dei suoi ultimi anni di vita, ma secondo una tradizione sarebbe stato affogato con un’ancora al collo in Crimea, suo luogo d’esilio, per ordine di Nerva. Gli atti relativi a questa morte sono giudicati leggendari. Fatto sta che nell’867, al culmine del crescente scontro tra Chiesa d’Oriente e d’Occidente, i santi Cirillo e Metodio partono alla volta di Roma, per discutere con Papa Nicolò I la possibilità di usare la lingua slava per il culto, e portarono le reliquie di Papa Clemente I. La missione, tra l’altro, andò a buon fine, e Nicolo I consacrò anche Metodio come sacerdote, mentre Cirillo prese l’abito monastico, lasciando il suo nome secolare di Costantino.
Il fatto che sia la Chiesa cattolica che la Chiesa ortodossa venerino Clemente come santo, così come il legame con i santi Cirillo e Metodio, rendono il dono delle reliquia simbolicamente importante.
Come simbolicamente importante è il dono delle reliquie di San Potito, santo poco conosciuto che però ha dato il nome ad almeno quattro comuni italiani, ed è patrono della città e diocesi di Tricarico e di Ascoli Satriano.
La storia di San Potito si trova in antiche recensioni della Passio San Potiti, dove viene presentato come un tredicenne nato a Serdica, l’antica Sofia, nel 107. Abbracciò giovanissimo il cristianesimo, e rifiuto di tornare al paganesimo. Tra i suoi prodigi, nessuno dei quali verificati, c’è anche l’esorcismo praticato alla figlia dell’imperatore Antonino Pio. Fu martirizzato giovane.
Curioso a dirsi, ma il riferimento a Serdica aveva fatto pensare alla Sardegna, che tuttora rivendica le origini del giovane martire.
Il dono delle reliquie ha l’intenzione di rafforzare ulteriormente i rapporti con la Chiesa ortodossa bulgara. Durante il suo viaggio dello scorso 5-6 maggio, Papa Francesco ha potuto dialogare con il Patriarca Neofit e con il sinodo della Chiesa Ortodossa Bulgara, in un clima cordiale nonostante alcuni membri del Sinodo ortodosso avessero mostrato contrarietà e posizioni estreme.
La donazioen delle reliquie – si legge in un comunicato della Nunziatura Apostolica di Bulgaria – è un “seguito della Visita Apostolica di Papa Francesco in Bulgaria lo scorso mese di maggio”.
L’incontro è stato caloroso, la “delegazione cattolica è stata accolta a suon di campane nel cortile dell’arcidiocesi di Sofia”, e il patriarca Neofit ha espresso – si legge nel comunicato – “gioia spirituale” per il dono delle reliquie “quale gesto fraterno alla Chiesa ortodossa di Bulgaria”.
Il patriarca Neofit ha continuato: "È una grande benedizione per la nostra Chiesa Ortodossa Bulgara, come custode e continuatrice dell’opera dei Santi Fratelli Cirillo e Metodio e dei loro Santi discepoli, ricevere un pezzo delle sante reliquie del venerabile Papa Clemente, fondatore della Chiesa di Serdica e suo primo Vescovo, come un ponte spirituale tra la Chiesa di Bulgaria e la Chiesa di Roma"
Il patriarca ha poi fatto riferimento al pellegrinaggio dei membri della Chiesa ortodossa bulgara a Roma nella Basilica di San Clemente ogni 24 maggio, festa di San Cirillo e Metodio, e ha ricordato che già la Chiesa cattolica ha donato altre due reliquie alla Chiesa Ortodossa di Bulgaria: San Giovanni Paolo II inviò una reliquia di San Dacio di Dorostol nel 2002, e Benedetto XVI donò una reliquia di San Giorgio martire nel 2006.
"La testimonianza della fede dei santi e dei martiri di Cristo – ha detto il patriarca Neofit - è una chiara prova delle nostre buone relazioni, che rimangono e continueranno ad esistere nella pace, nella comprensione e nel rispetto reciproco".
Nel consegnare le reliquie, l’arcivescovo Anselmo Pecorari, nunzio apostolico, ha sottolineato che “oggi la reliquia di San Clemente Papa ritorna, con quella di San Potito, in queste Terre, in cui hanno vissuto i due Santi martiri, e che sono state testimoni dell’opera missionaria dei Santi Cirillo e Metodio.". Ha poi aggiunto: “ricordando la visita del Papa in Bulgaria lo scorso maggio, lui ha citato le parole del Santo Padre sottolineando ciò che unisce la Chiesa ortodossa di Bulgaria alla Chiesa di Roma pur nella non piena comunione e nella diversità delle Tradizioni. Il dono prezioso delle reliquie è segno della volontà del Papa a cercare e a pregare per l'unità dei cristiani e del rispetto reciproco che caratterizza i rapporti tra la Santa Sede e il Patriarcato Ortodosso di Bulgaria”.
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Il comunicato della nunziatura sottolinea che “le reliquie dei Santi Clemente, Papa e Martire e Potito martire, saranno conservate e venerate nell’antica basilica di Santa Sofia, la cui costruzione risale all’epoca in cui la Chiesa non era ancora divisa”.
Il comunicato spiega poi che “le celebrazioni legate alle reliquie continueranno il 24-25 marzo, quando dalla Metropolia di Sofia verranno ufficialmente spostate nella basilica di Santa Sofia, nel programma ancora provvisorio è prevista la celebrazione solenne dei vespri con la partecipazione del vescovo Policarpo, Vicario del Patriarca per la città di Sofia mentre la venerazione delle reliquie continuerà il 25 marzo in una liturgia divina presieduta dal Patriarca Neofit”.