Città del Vaticano , venerdì, 14. aprile, 2017 11:00 (ACI Stampa).
Distano pochi chilometri, la Basilica di San Pietro e la Basilica di Santa Sofia, che a Roma è dedicata al culto della comunità greco-cattolico ucraina. Ma quella distanza, quest’anno, sarà colmata da due dati. Il primo è che quest’anno per rito latino e rito orientale la Pasqua cade nello stesso giorno: non succede spesso. Il secondo è che Papa Francesco ha un legame speciale con la Basilica di Santa Sofia: lì è sepolto padre Stepan Chmil, che fu colui che introdusse il Papa al rito orientale.
Lo ha raccontato, poco dopo l’elezione di Papa Francesco, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk. “Il Papa – disse – ha avuto in Stepan Chmil un mentore. Durante il suo tempo come studente della scuola salesiana, Papa Francesco si svegliava molto prima dei suoi compagni per celebrare la Divina Liturgia con padre Stepan. Conosce molto bene la nostra tradizione, così come la nostra liturgia”.
Ma chi era Padre Chmil? Nato nel 1914 nell’Ucraina occidentale, padre Chmil divenne salesiano, ma poté mantenere il rito orientale grazie ad una richiesta specifica fatta a Pio XI nel 1930 dal Cardinale Amleto Cicognani, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientale. Il Cardinale Cicognani chiedeva il permesso che i novizi salesiani di rito bizantino mantenessero i loro riti: fu concesso. I salesiani così accettarono candidati dall’Ucraina.
Chmil andò a studiare ad Ivrea, quindi entrò nel noviziato salesiano vicino Chieri nel 1935, e infine prese i voti temporanei nel 1936. Fu ordinato sacerdote nel 1945, e fu poi inviato nel 1948 come missionario in Argentina, dove era chiamato a lavorare con gli immigrati ucraini laggiù, e divenne anche rettore del seminario. Fu lì che conobbe il giovane Jorge Mario Bergoglio, che proprio ad un salesiano, don Enrique Pozzoli, deve la sua vocazione e formazione.
Nel 1967, padre Chmil tornò in Italia, e lavorò in vari campi per la comunità ucraina, e morì nel 1978, dopo che le sue condizioni di salute erano peggiorate improvvisamente. Era considerato un uomo santo, e c'è un processo di canonizzazione in corso, che procede spedito con la benedizione di Papa Francesco, nonostante le normali difficoltà legate al periodo storico in cui è vissuto - era sacerdote ucraino in un periodo in cui la Chiesa ucraina era clandestina, sotto il comunismo. Fu seppellito nella Basilica di Santa Sofia.