Città del Vaticano , mercoledì, 5. giugno, 2019 9:42 (ACI Stampa).
In Romania, “l’unione tra tutti i cristiani, pur incompleta, è basata sull’unico Battesimo ed è sigillata dal sangue e dalla sofferenza patita insieme nei tempi oscuri della persecuzione, in particolare nel secolo scorso sotto il regime ateistico”. Come di consueto, Papa Francesco parla del suo ultimo viaggio apostolico nella prima udienza generale dopo il suo ritorno.
Così, in una Roma in cui è finalmente scoppiata l’estate, di fronte a un gruppo di organzzatori del viaggio proveniente da Bucarest, Sumuleu Ciuc, Iasi e Blaj che è già venuto a restituire la visita al Papa insieme all’arcivescovo Ioan Robu di Bucarest, Papa Francesco sintetizza tre giorni di viaggio: l’incontro con il patriarca Daniel, le tre celebrazioni eucaristiche, la visita alla comunità rom a Blaj.
Il filo conduttore del racconto di Papa Francesco è il motto del viaggio, “Sa mergem empreuna”, “camminiamo insieme”. Ed il Papa si è detto felice di poterlo fare “non da lontano, o dall’alto, ma camminando io stesso in mezzo al popolo romeno, come pellegrino nella sua terra”.
Gli incontri – ha detto Papa Francesco – “hanno evidenziato il valore e l’esigenza di camminare insieme sia tra cristiani, sul piano della fede e della carità, sia tra cittadini, sul piano dell’impegno civile”.
Il Papa parla della grazia di “vivere una stagione di relazioni fraterne tra le diverse Chiese”, anche in Romania dove la maggioranza dei fedeli è ortodossa, mentre la comunità cattolica è definita “viva e attiva” da Papa Francesco, sia nella sua parte di rito “greco” sia nel rito latino.