Rabat , martedì, 26. marzo, 2019 9:00 (ACI Stampa).
Si chiama al Mowafaqa, che è la parola araba che significa “accordo” , ed è un istituto teologico ecumenico, fondato nel 2012 sotto gli auspici del Ministero degli Affari Religiosi e dell’arcidiocesi di Rabat. Papa Francesco non vi farà visita. Ma saranno gli studenti a partecipare alla Messa a Rabat, e magari a salutare Papa Francesco.
L’istituto è stato fondato nel 2012, e la prima classe di studenti vi ha cominciato a studiare nel luglio 2013.
La sua esistenza, in Marocco, ha un peso non indifferente, e non a caso era il sogno dell’arcivescovo emerito di Rabat Vincent Landel e dell’ex presidente della Chiesa Evangelica in Marocco Samuel Amedro. Perché l’unità tra cristiani è una necessità, n una terra un cui le Chiese cattoliche e protestanti insieme rappresentano meno dello 0,2 per cento della popolazione, e sono quasi tutte composte da stranieri, principalmente cittadini di diversi Paesi dell’Africa sub-sahariana.
Sono comunità cristiane giovani, dell’età media di 35 anni, con il 70 per cento che addirittura è al di sotto dei 30 anni. Sono quasi tutti studenti, molti sono arrivati in Marocco per studiare nelle scuole e nelle università, a volte sono di passaggio e altre volte invece si stabilizzano nel Paese.
L’Istituto al Mowafaqa è aperto a tutte le Chiese cristiane. La formazione teologica è in francese, e punta anche al dialogo con l’Islam. Jean Koulagna, il direttore dell’Istituto, definisce il lavoro dell’istituto come “un modo originale d fare teologia”, in maniera accademica, internazionale ed ecumenica.