Najaf , sabato, 6. marzo, 2021 8:18 (ACI Stampa).
Si è trattato di un incontro a porte chiuse, un colloquio cui non erano ammessi media, immortalato solo nella foto ufficiale al termine della conversazione. Eppure, l’incontro tra Papa Francesco e il Grande Ayatollah Alì al Sistani a Najaf ha un peso storico molto importante, sia perché avviene a due anni dalla Dichiarazione sulla Fraternità Umana firmata ad Abu Dhabi, sia perché, incontrando un leader che ha sempre sostenuto la separazione tra fede e Stato e negando l’idea di teocrazia si dà un segnale preciso al mondo musulmano, il Papa ha lanciato un messaggio preciso. I due hanno sottolineato l'importanza delle comunità religiose in Iraq, secondo la Sala Stampa della Santa Sede. Un segnale che già il Papa ha dato al mondo diplomatico di Iraq, chiedendo alle istituzioni di dare a tutte le comunità religiose eguale trattamento ed eguale nazionalità.
Doveva durare 30 minuti, l’incontro è durato una cinquantina minuti (45 secondo il successivo comunicato vaticano). Il Cardinale Rafael Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, aveva detto più volte che sperava che i due firmassero un documento come quello di Abu Dhabi. Ma non ci sono notizie di questo, e da tempo sembra piuttosto più probabile che il Papa continuerà con quel documento, anche con gli sciiti, ribadendo le idee di fraternità universale.
Dell’incontro resta così lo scarno bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, che sottolinea che ”al Suo arrivo all’Aeroporto di Najaf, alle ore 8.20 locali (6.20 ora di Roma), il Papa è stato accolto in forma privata dal Governatore di Najaf. Quindi si è recato in auto alla Residenza del Grand Ayatollah Sayyd Ali Al-Husayni Al-Sistani, Leader della Comunità sciita irachena, per la Visita di Cortesia”.
Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha spiegato che durante l'incontro "il Santo Padre ha sottolineato l’importanza della collaborazione e dell’amicizia fra le comunità religiose perché, coltivando il rispetto reciproco e il dialogo, si possa contribuire al bene dell’Iraq, della regione e dell’intera umanità".
Ha aggiunto Bruni che "l’incontro è stata l’occasione per il Papa di ringraziare il Grande Ayatollah Al-Sistani perché, assieme alla comunità sciita, di fronte alla violenza e alle grandi difficoltà degli anni scorsi, ha levato la sua voce in difesa dei più deboli e perseguitati, affermando la sacralità della vita umana e l’importanza dell’unità del popolo iracheno".