“Il nunzio che dimentica di essere uomo di Dio – ammonisce Papa Francesco – rovina se stesso e gli altri; va fuori binario e danneggia anche la Chiesa, alla quale ha dedicato la sua vita”.
Il nunzio è dunque chiamato ad essere uomo di Chiesa, e cessa di esserlo “quando inizia a trattare male i suoi collaboratori, il personale, le suore e la comunità della nunziatura come un cattivo padrone e non come un padre e pastore”. Papa Francesco afferma che è triste vedere nunzi che si comportano così, come è “brutto vedere un nunzio che cerca il lusso, gli indumenti e gli oggetti firmati in mezzo a gente priva del necessario”, perché questa è “una contro-testimonianza”.
Ci vuole “umiltà” nel rappresentare le posizioni della Chiesa e mettere da parte “le convinzioni personali”, mentre si è chiamati a “difendere coraggiosamente la Chiesa dinanzi alle forze del male che cercando sempre di screditarla, diffamarla e calunniarla”.
Al nunzio è anche richiesto, da uomo di Chiesa, di “essere amico dei vescovi, dei sacerdoti, dei religiosi e dei fedeli”.
Il terzo punto dell’identikit di Papa Francesco tratteggia il nunzio pieno di zelo apostolico. L’esempio è quello di San Massimiliano Kolbe. Papa Francesco sottolinea: “Lo zelo apostolico è quella forza che ci tiene in piedi e ci protegge dal cancro della disillusione”.
Quarto punto: il nunzio è uomo di riconciliazione, chiamato a “cercare sempre di rimanere imparziale e obiettivo, affinché tutte le parti trovino in lui l’arbitro giusto che cerca sinceramente di tutelare la giustizia e la pace”. Riconciliazione significa, per Papa Francesco, anche non stare chiuso in nunziatura, ma piuttosto incontrare gente ed essere fattore di comunione.
Papa Francesco invita alla fedeltà, sottolinea – è il quinto punto – che “il nunzio è uomo del Papa”, e quindi al di là delle opinioni personali, i nunzi sono chiamati “ad una missione molto impegnativa, perché richiede disponibilità e flessibilità, umiltà, impeccabile professionalità, capacità di comunicazione e di negoziazione”, anche essere con la valigia sempre pronta, visitando “le comunità dove il Papa non riesce a recarsi”. Per il Papa, è dunque “inconciliabile l’essere rappresentante pontificio con il criticare alle spalle il Papa, avere dei blog o addirittura unirsi a gruppi ostili a lui, alla Curia e alla Chiesa di Roma”.
Papa Francesco poi sottolinea che il nunzio è “uomo di iniziativa”, vale a dire “persona positivamente curiosa, piena di dinamismo e di intraprendenza”, creativa e dotata di coraggio e “maestro che sa insegnare agli altri come approcciare la realtà”.
Il nunzio è quindi uomo obbediente – è la settima caratteristica – perché “un nunzio che non vive la virtù dell’obbedienza, anche quando risulta difficile e contrario alla propria visione personale, è come un viaggiatore che perde la bussola, rischiando di fallire l’obiettivo. È contro-testimonianza chiamare gli altri all’obbedienza e disobbedire”.
Ottava caratteristica: l’essere uomo di preghiera, perché – afferma Papa Francesco – “il nunzio senza una vita di preghiera rischia di venir meno a tutti gli altri requisiti. Senza la preghiera diventiamo semplici funzionari, sempre scontenti e frustrati”.
Ma il nunzio è anche uomo di carità, in quanto “l’operato del nunzio non deve mai limitarsi allo svolgimento delle pratiche”, ma deve piuttosto anche “spendersi nelle opere caritative, specialmente verso i poveri e gli emarginati”.
Papa Francesco sottolinea che la carità è anche gratuità e mette in guardia dal pericolo delle regalie. Ammonisce il Papa: “Nessun regalo di qualsiasi valore deve mai renderci schiavi! Rifiutate i regali troppo costosi e spesso inutili e indirizzateli alla carità, ricordatevi che ricevere un regalo costoso non giustifica mai il suo uso”.
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Infine, il Papa cita una preghiera del Cardinale Merry del Val, per sottolineare che anche l’umiltà è una caratteristica del nunzio.