Quali sono i passi in più? Il primo è il passo verso il matrimonio, e il Papa lo definisce parlando della prima testimonianza, quella di Luigi e Serena, e delle difficoltà del matrimonio e del sostegno che hanno trovato “in altre famiglie, che infatti sono piccole chiese”.
“Possiamo dire – nota Papa Francesco - che quando un uomo e una donna s’innamorano, Dio offre loro un regalo: il matrimonio. Un dono meraviglioso, che ha in sé la potenza dell’amore divino: forte, duraturo, fedele, capace di riprendersi dopo ogni fallimento o fragilità”.
Papa Francesco sottolinea che il matrimonio “non è una formalità da adempiere”, e che “non ci si sposa per essere cattolici ‘con l’etichetta’, per obbedire a una regola, o perché lo dice la Chiesa; ci si sposa perché si vuole fondare il matrimonio sull’amore di Cristo, che è saldo come una roccia”.
Il Papa ribadisce anche che “la famiglia non è un bell’ideale, irraggiungibile nella realtà. Dio garantisce la sua presenza nel matrimonio e nella famiglia, non solo nel giorno delle nozze ma per tutta la vita. E Lui vi sostiene ogni giorno nel vostro cammino”.
Da qui viene l’altro passo in più, per abbracciare la croce, che il Papa indica parlando dell’esperienza di Roberto e Maria Anselma, i genitori di Chiara Corbella, la giovane madre che morì pur dare alla luce il figlio, rifiutando i trattamenti anti-cancro fino alla nascita del bambino. Loro hanno “testimoniato che la dura croce della malattia e della morte di Chiara non ha distrutto la famiglia e non ha eliminato la serenità e la pace dai vostri cuori”.
Dice Papa Francesco: “Sempre abbiamo bisogno di esempi grandi a cui guardare: che Chiara sia d’ispirazione nel nostro cammino di santità, e che il Signore sostenga e renda feconda ogni croce che le famiglie si trovano a portare”.
Il terzo passo in più è quello verso il perdono, stimolato dal racconto della crisi di Paul e Germaine, che “non hanno addolcito la realtà con un po’ di zucchero”, ma hanno “chiamato per nome tutte le cause della crisi: la mancanza di sincerità, l’infedeltà, l’uso sbagliato dei soldi, gli idoli del potere e della carriera, il rancore crescente e l’indurimento del cuore”.
Ma la loro storia trasmette anche speranza, perché “proprio nel momento più buio della crisi, il Signore ha risposto al desiderio più profondo del suo cuore e ha salvato il suo matrimonio. È proprio così. Il desiderio che c’è nel fondo del cuore di ognuno è che l’amore non finisca, che la storia costruita insieme con la persona amata non s’interrompa, che i frutti che essa ha generato non vadano dispersi”.
Papa Francesco sottolinea che “nessuno desidera un amore a ‘breve scadenza’ o a ‘tempo determinato’. E per questo si soffre molto quando le mancanze, le negligenze e i peccati umani fanno naufragare un matrimonio. Ma anche in mezzo alla tempesta, Dio vede quello che c’è nel cuore”.
Da lì è arrivato un cammino di risanamento, dice il Papa, perché “il perdono risana ogni ferita, è un dono che sgorga dalla grazia con cui Cristo riempie la coppia e la famiglia intera quando lo si lascia agire, quando ci si rivolge a Lui”.
Papa Francesco approva anche la scelta di rinnovare le promesse matrimoniali in una festa del perdono davanti ai figli, perché questi “uscendo dall’infanzia, si rendono conto che i genitori non sono dei ‘super eroi’, non sono onnipotenti, e soprattutto non sono perfetti. E i vostri figli hanno visto in voi qualcosa di molto più importante: hanno visto l’umiltà per chiedersi perdono e la forza che avete ricevuto dal Signore per risollevarvi dalla caduta”.
È di questa umiltà, aggiunge Papa Francesco, che i figli hanno bisogno, perché “anch’essi, infatti, nella vita sbaglieranno e scopriranno di non essere perfetti, ma si ricorderanno che il Signore ci rialza, che tutti siamo peccatori perdonati, che dobbiamo chiedere perdono agli altri e dobbiamo anche perdonare noi stessi”.
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Papa Francesco poi parla di un passo in più verso l’accoglienza, parlando della testimonianza di Iryna e Sofia. “La guerra – dice Papa Francesco - vi ha messe di fronte al cinismo e alla brutalità umana, ma avete incontrato anche persone di grande umanità. Il peggio e il meglio dell’uomo! È importante per tutti non rimanere fissati sul peggio, ma valorizzare il meglio, il tanto bene di cui è capace ogni essere umano, e da lì ripartire”.
Iryna e Sofia sono state accolte da Pietro ed Erika, che lo hanno fatto “per gratitudine”, e “questa, in fondo, è la dinamica propria della famiglia. In famiglia si vive una dinamica di accoglienza, perché anzitutto i coniugi si sono accolti l’un l’altro, come si sono detti a vicenda il giorno delle nozze: ‘Io accolgo te’.”
Infine, Papa Francesco indica un passo in più verso la fratellanza, che si basa sulla storia di Zakia e Luca – e Luca è Luca Attanasio, l’ambasciatore ucciso in Repubblica Democratico del Congo nel 2021. “Non solo, infatti – dice Papa Francesco - l’esempio e l’eredità spirituale di Luca rimangono vivi e parlano alle coscienze di molti, ma anche l’organizzazione che Zakia ha fondato, in un certo senso, porta avanti la sua missione. Anzi, possiamo dire che la missione diplomatica di Luca è diventata ora una ‘missione di pace’ di tutta la famiglia”.
“Nella vostra famiglia – dice Papa Francesco - si esprime l’ideale della fratellanza. Oltre che essere marito e moglie, voi avete vissuto da fratelli nell’umanità, da fratelli nelle diverse esperienze religiose, da fratelli nell’impegno sociale. Anche questa è una scuola che s’impara in famiglia”.
Conclude Papa Francesco: “Ogni vostra famiglia ha una missione da compiere nel mondo, una testimonianza da dare”.
Il Papa invita infine a chiedersi “quale passo in più chiede di fare la famiglia”, e di mettersi in ascolto e lasciarsi trasformare da Dio, perché “anche voi possiate trasformare il mondo e renderlo ‘casa’ per chi ha bisogno di essere accolto, per chi ha bisogno d’incontrare Cristo e di sentirsi amato”.