E ancora: “Non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai tanti nostri fratelli che, a motivo di conflitti e violenze, della miseria o dei cambiamenti climatici, lasciano i loro Paesi e vanno incontro spesso a un triste destino”.
Papa Francesco sottolinea che non si deve rimanere indifferenti “davanti alla dignità umana calpestata e sfruttata, agli attacchi contro la vita umana, sia quella non ancora nata sia quella di ogni persona bisognosa di cure”, afferma che non ci si deve girare “dall’altra parte quando i credenti di varie fedi sono perseguitati, in diverse parti del mondo”.
Con parole forti, Papa Francesco afferma che “grida vendetta al cospetto di Dio l’uso della religione per incitare all’odio, alla violenza, all’oppressione, all’estremismo e al fanatismo cieco, così come per costringere all’esilio e all’emarginazione”, così come “la corsa agli armamenti e al riarmo nucleare”, e ribadisce che “è immorale non soltanto l’uso ma anche il possesso di armi nucleari, le quali hanno una portata distruttiva tale, che anche il solo pericolo di un incidente rappresenta una cupa minaccia sull’umanità”.
Papa Francesco invita infine a “non rimanere indifferenti di fronte alle numerose guerre che si continuano a combattere e che vedono soccombere tanti innocenti”, chiede fiducia “nel dialogo fra le persone e fra le nazioni, nel multilateralismo, nel ruolo delle organizzazioni internazionali, nella diplomazia come strumento per la comprensione e l’intesa”, requisito “indispensabile per costruire un mondo pacifico”.
Il Papa chiede di prendersi cura della casa comune, definisce “urgente e necessario” l’impegno per “ridurre le emissioni inquinanti e per una ecologia integrale”, invita ad ascoltare “la voce di tanti giovani che ci aiutano a prendere coscienza di quanto sta accadendo oggi nel mondo e ci chiedono di essere seminatori di pace e costruttori, insieme e non da soli, di una civiltà più umana e più giusta”.
Da parte sua, il segretario generale Guterres loda Papa Francesco perché “la sua chiara voce morale risplende, sia che lei parli della difficile situazione dei più vulnerabili, inclusi rifugiati e migranti, sia che affronti povertà o ineguaglianze, si appelli per il disarmo, crei ponti tra comunità o metta in luce l’emergenza climatica”.
Sono tutti messaggi che “coincidono con i valori della Carta delle Nazioni Unite, e cioè di riaffermare la dignità della persona umana, promuovere amore delle persone e cura del pianeta, sostenere la nostra comune umanità e proteggere la nostra casa comune”.
Il messaggio di Guterres tocca così il tema ecologico: dopo il COP25 di Madrid, ci si deve impegnare per avere un mondo limite di carbone entro il 2050.
Guterres ribadisce che l’incontro con il Papa è “particolarmente significativo durante la stagione di Natale”, sottolinea che è triste che alcune comunità cristiane tra le più antiche del mondo “non abbiano possibilità di celebrare il Natale in sicurezza”, nota che “ebrei sono uccisi in sinagoghe, musulmani sono oggetto di sparatorie in moschea, i cristiani uccisi durante le preghiere”, e c’è bisogno di fare di più per “promuovere la comprensione comune”.
Il messaggio è arrivato al termine di un incontro lungo e cordiale “È un onore grande”, ha detto Guterres al Papa che gli dava il benvenuto arrivando quasi all’inizio della Sala del Tronetto, dove in genere si incontrano i capi di Stato.
Nessun dono da parte di Guterres, soliti doni da parte di Papa Francesco al termine dell’udienza: un medaglione per la pace “fatto in Vaticano”, le esortazioni Evangelii Gaudium, Amoris Laetitia, Christus Vivit e Gaudete et exsultate e l’enciclica Laudato Si (“sono cinque volumi differenti?”, chiede Guterres), la dichiarazione per la Fratellanza Umana che Guterres mostra di conoscere, anche perché non è molto che ha incontrato il comitato di implementazione della dichiarazione.
Dopo l’incontro con Papa Francesco, concluso con l’augurio di “una Navidad santa”, Guterres ha incontrato il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, e l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati”.
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Si legge nel comunicato ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede che “l’incontro, nella tradizione delle udienze concesse dai Pontefici ai vari Segretari Generali delle Nazioni Unite succedutisi nel tempo, si colloca in prossimità del 75° anniversario dell’Organizzazione”, e che durante l’incontro “ è stata espressa la considerazione della Santa Sede per l’impegno delle Nazioni Unite in favore della pace nel mondo”.
Altri temi di discussione sono stati “il processo di attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e sulla crisi del multilateralismo, resa particolarmente evidente dalle difficoltà di gestire alcune problematiche attuali, quali le migrazioni e la tratta di persone, il cambiamento climatico e il disarmo”.
Infine, “sono state trattate anche alcune situazioni di conflitto, instabilità sociale e gravi emergenze umanitarie”.
Non è la prima volta che Papa Francesco e Guterres si incontrano. Guterres è stato da Papa Francesco il 6 dicembre 2013, quando era Alto Commissario ONU per i Rifugiati. Il suo impegno nel ruolo di Alto Commissario era stato grandemente apprezzato. Da subito, aveva tagliato le spese amministrative e investito più risorse sul campo. Cattolico praticante, è un “improbabile” Segretario generale delle Nazioni Unite, nel senso che non ha mai preso posizioni pro-LGBT e pro aborto.
Nel suo tempo a Ginevra, Guterres aveva stretto un forte rapporto con l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, che è stato per più di dieci anni Osservatore Permanente della Santa Sede presso le organizzazioni internazionali a Ginevra e che ha curato le procedure per far diventare la Santa Sede uno Stato membro dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni.