Giustizia sociale, tutela del Pianeta, difesa die poveri alla scuola della Laudato sì, spiega il Papa, per “correggere i modelli di crescita incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente, l’accoglienza della vita, la cura della famiglia, l’equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future.”
E richiama la “cultura della comunione, basato sulla fraternità e sull’equità”.
E per il Papa il «Va’, Francesco, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina» “riguarda sempre di più anche l’ambiente che ha urgente bisogno di una economia sana e di uno sviluppo sostenibile che ne guarisca le ferite e ne assicuri un futuro degno”.
Il messaggio del Papa è indirizzato soprattutto ai giovani “capaci di ascoltare col cuore le grida sempre più angoscianti della terra e dei suoi poveri in cerca di aiuto e di responsabilità, cioè di qualcuno che “risponda” e non si volga dall’altra parte”.
Sono loro i protagonisti del necessario cambiamento nei “cantieri di speranza per costruire altri modi di intendere l’economia e il progresso, per combattere la cultura dello scarto, per dare voce a chi non ne ha, per proporre nuovi stili di vita. Finché il nostro sistema economicosociale produrrà ancora una vittima e ci sarà una sola persona scartata, non ci potrà essere la festa della fraternità universale”.
E il Papa insiste anche su di una comunione di intenti che vada oltre le “differenze di credo e di nazionalità, uniti da un ideale di fraternità attento soprattutto ai poveri e agli esclusi”.
Francesco di Assi, conclude il Papa “ci offre un ideale e, in qualche modo, un programma. Per me, che ho preso il suo nome, è continua fonte di ispirazione. Insieme a voi, e per voi, farò appello ad alcuni dei migliori cultori e cultrici della scienza economica, come anche ad imprenditori e imprenditrici che oggi sono già impegnati a livello mondiale per una economia coerente con questo quadro ideale. Ho fiducia che risponderanno. E ho fiducia soprattutto in voi giovani, capaci di sognare e pronti a costruire, con l’aiuto di Dio, un mondo più giusto e più bello”.
Il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti ha commentato: "Recandosi ad Assisi il Papa ci invita ancora una volta a prendere coscienza della gravità dei problemi e a cercare le possibili risposte guardando al Poverello, amato da credenti e non credenti".
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