Dopo i ringraziamenti di rito, Papa Francesco ricorda che “i problemi che oggi il nostro mondo affronta sono, di fatto, globali” e “coinvolgono tutta la famiglia umana ed esigono di sviluppare un deciso sforzo per la giustizia internazionale e la solidarietà tra i popoli”.
In particolare, Papa Francesco sottolinea che la Thailandia ha appena terminato il suo periodo di presidenza dell’ASEA, che raggruppa le nazioni del Sud Est Asiatico, e rimarca che “come nazione multiculturale e caratterizzata dalla diversità, la Thailandia riconosce, già da tempo, l’importanza di costruire l’armonia e la coesistenza pacifica tra i suoi numerosi gruppi etnici, mostrando rispetto e apprezzamento per le diverse culture, i gruppi religiosi, le filosofie e le idee”.
Papa Francesco ribadisce la sua denuncia della globalizzazione “considerata troppo spesso in termini strettamente economico finanziari”, e allo stesso tempo “incline a cancellare le note essenziali che configurano e generano la bellezza e l’anima dei nostri popoli”.
Il Papa contrappone a questa visione quella di una “esperienza concreta di una unità che rispetti e ospiti le differenze” che serva “da ispirazione e stimolo a tutti coloro che hanno a cuore il mondo così come desideriamo lasciarlo alle generazioni future”.
Per questo, Papa Francesco non può che lodare l’iniziativa di creare “una commissione etico sociale”, che ha incluso rappresentanti di tutte le religioni tradizionali del Paese. Papa Francesco mette l’incontro con il Patriarca buddista nella cornice della “importanza e urgenza di promuovere l’amicizia e il dialogo interreligioso” che sia anche “un servizio all’armonia sociale e alla costruzione di società giuste, sensibili e inclusive”.
Papa Francesco assicura “tutti gli sforzi della piccola ma vivace comunità cattolica, per mantenere e promuovere le caratteristiche tanto peculiari dei Thai”, ricorda che Thailandia significa libertà e afferma che questa “è possibile solo se siamo capaci di sentirci corresponsabili gli uni degli altri e di superare qualsiasi forma di disuguaglianza”.
Papa Francesco chiede di “lavorare perché le persone e le comunità possano avere accesso all’educazione, al lavoro degno, all’assistenza sanitaria,” in modo da “raggiungere i livelli minimi indispensabili di sostenibilità che rendano possibile uno sviluppo umano integrale”.
È qui che Papa Francesco include la questione dei movimenti migratori, una mobilità che colpisce “per le condizioni in cui questa si svolge”, una crisi che “non può essere ignorata”.
“Possa ogni nazione – afferma Papa Francesco - approntare dispositivi efficaci allo scopo di proteggere la dignità e i diritti dei migranti e dei rifugiati, i quali affrontano pericoli, incertezze e sfruttamento nella ricerca della libertà e di una vita degna per le proprie famiglie”.
Papa Francesco ricorda il tema dell’ultima Giornata Mondiale per Migranti, “non si tratta solo di migranti”, sottolinea che “si tratta anche del volto che vogliamo dare alle nostre società”, pensa in particolare “a quelle donne e a quei bambini del nostro tempo che sono particolarmente feriti, violentati ed esposti ad ogni forma di sfruttamento, schiavitù, violenza e abuso”, si dice riconoscente al governo tailandese “per i suoi sforzi volti ad estirpare questo flagello, come pure a tutte le persone e le organizzazioni che lavorano instancabilmente per sradicare questo male e offrire un percorso di dignità”.
Non solo. L’occasione del 30esimo anniversario della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza offre al Papa la possibilità di invitare “a riflettere e a operare con decisione, costanza e celerità sulla necessità di proteggere il benessere dei nostri bambini, sul loro sviluppo sociale e intellettuale, sull’accesso all’educazione, così come sulla loro crescita fisica, psicologica e spirituale” .
Afferma Papa Francesco: “Il futuro dei nostri popoli è legato, in larga misura, al modo in cui garantiremo ai nostri figli un futuro nella dignità”.
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Papa Francesco mette in luce che le società “hanno bisogno di “artigiani dell’ospitalità, uomini e donne che si prendano cura dello sviluppo integrale di tutti i popoli, in seno a una famiglia umana che si impegni a vivere nella giustizia, nella solidarietà e nell’armonia fraterna”.