Città del Vaticano , lunedì, 23. settembre, 2019 10:25 (ACI Stampa).
Comunicare "con la testimonianza", comunicare "coinvolgendosi con la comunicazione", comunicare "con i sostantivi, comunicare da martiri, cioè da testimoni di Cristo", "imparare il linguaggio dei martiri e degli apostoli". Sono questi alcuni dei propositi lanciati da Papa Francesco, con un discorso interamente a braccio, ai dipendenti del Dicastero per la comunicazione vaticana ricevuti oggi presso la Sala Regia in Vaticano.
Francesco riceve in udienza - oltre ai dipendenti - anche i partecipanti all’Assemblea Plenaria del Dicastero per la Comunicazione, che si svolge in Vaticano dal 23 al 25 settembre 2019. Il Pontefice consegna il discorso preparato al Prefetto del Dicastero, Paolo Ruffini: "Io ho davanti il discorso da leggere, non è tanto lungo sono sette pagine, ma sono sicuro che dopo la prima pagina la maggiornaza dormirà. Credo che quello che voglio dire in questo discorso si capirà bene nella lettura e nella riflessione. Per questo lo consegno al dottor Ruffini, perchè lui lo faccia conoscere a tutti voi. Io mi permetto di parlare spontaneamente con voi. Penso che non saranno tanti coloro che si addormenteranno".
"Grazie per il vostro lavoro, grazie per questo dicastero cosi numeroso, ho domandato al Prefetto, ma lavorano tutti? - chiede il Papa a braccio - Lavorano in questo atteggiamento che esprime il desiderio di Dio, comunicarsi. Si comunica a noi. Questo è l'inizio della comunicazione, non è un lavoro di ufficio come la pubblicità, ma comunicarsi è proprio prendere dall'essere di Dio e avere lo stesso atteggiamento. Non poter rimanere da soli, ma bisogno di comunicare quello che io penso sia vero e giusto, il vero e il bello".
"Voi siete specialisti della comunicazione - continua il Papa nel suo discorso a braccio - siete tecnici della comunicazione, questo non dobbiamo dimenticarlo. Si comunica con l'anima e con il corpo. Con la mente, il cuore e le mani. Il vero comunicatore da tutto, da se stesso tutto. Come diciamo nella mia terra: mette tutta la carne sulla griglia. E' vero che la comunicazione più grande è l'amore, nell'amore si vede la pienezza della comunicazione".
"Come dovrà essere la comunicazione?", chiede il Papa a tutti gli operatori della comunicazione vaticana. "Una delle cose che non dovete fare è pubblicità - raccomanda il Pontefice - Non dovere fare come fanno gli 'imprendimenti umani' che cercano di avere più gente. Non dovete fare proselitismo. Io vorrei che la comunicazione nostra sia cristiana, non proselitismo. Benedetto XVI l'ha detto con chiarezza, la Chiesa cresce per attrazione. Se voi volete comunicare una verità senza coinvolgervi e senza testimoniare con la proprio vita o carne, fermatevi non farlo. C'è sempre la firma della testimonianza. Cristiani vuol dire testimoni, martiri".