Città del Vaticano , sabato, 19. gennaio, 2019 12:11 (ACI Stampa).
Dopo trenta anni, la Pontificia Commissione Ecclesia Dei cessa di esistere. Con un motu proprio, Papa Francesco la trasforma in un ufficio della Congregazione della Dottrina della Fede. La commissione lavorava al dialogo con il mondo tradizionalista. Un dialogo che non riguardava solo i lefevbriani, come si pensa comunemente, ma tutta la galassia di movimenti cattolici che continuare a celebrare con il rito di San Pio V.
Nel motu proprio, Papa Francesco nota che la commissione “da oltre trenta anni” “ha assolto con sincera sollecitudine e lodevole premura al compito di collaborare coi Vescovi e coi Dicasteri della Curia Romana” nel dialogo con il mondo tradizionalista, prima solo con i lefevbriani, poi, dopo il motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI, anche con istituti e comunità religiose che avevano aderito alla forma straordinaria del rito romano”.
La Pontificia Commissione era stata riorganizzata, scrive ancora Papa Francesco, con il motu proprio Ecclesiae Unitatem del 2009, “al fine di renderla più adatta alla nuova situazione venutasi a creare con la remissione della scomunica dei quattro Vescovi consacrati senza mandato pontificio”, e l’ha legata alla Congregazione della Dottrina della Fede perché, dopo la liberalizzazione del rito antico, le questioni della Commissione erano considerate “di natura prettamente dottrinale”.
Il motu proprio spiega anche che “poiché la Feria IV della Congregazione per la Dottrina della Fede del 15 novembre 2017 ha formulato la richiesta che il dialogo tra la Santa Sede e la Fraternità Sacerdotale San Pio X venga condotto direttamente dalla menzionata Congregazione”.
Decisione approvata dal Papa un udienza al prefetto, il Cardinale Luis Ladaria, il 24 gennaio, e accolta dalla sessione plenaria della Congregazione della Dottrina della Fede del 23 – 26 gennaio.