Città del Vaticano , lunedì, 25. aprile, 2022 13:00 (ACI Stampa).
A tre anni dagli attentati di Pasqua, la comunità srilankese, accompagnata dal Cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, incontra Papa Francesco, che sottolinea: “Di fronte all’orrore e all’assurdità di certi atti, che sembra impossibile siano commessi da uomini, appare evidente l’opera del Maligno”.
Ci sono 41 rappresentanti delle famiglie dei superstiti delle famiglie colpite dagli attentati di Pasqua. Il Cardinale Ranjith ha più volte espresso insoddisfazione per la mancanza di progressi nelle indagini sugli attacchi del 21 aprile 2019. Nel giorno di Pasqua, attentatori suicidi del gruppo islamista locale Thowheed Jamath hanno attaccato tre chiese e hotel di lusso, uccidendo almeno 269 persone, di cui 37 stranieri, e ferendone almeno 500.
Nel suo discorso introduttivo, il Cardinale ricorda il rapporto interreligioso che si è stretto, dice che “in un primo momento si era passata la responsabilità alla comunità islamica”, ma ora nuove evidenze fanno pensare ad un “attentato di matrice politica”, perché sono stati trovati legami “tra terroristi e politici”. Il Cardinale denuncia gli interventi di “alcuni settori della autorità locali di far cadere la responsabilità sui musulmani”, cosa che porta anche un “odio interraziale”, tanto che Ranjith sottolinea che si è andato fino all’Alto Commissariato per i Diritti Umani a Ginevra.
Nel suo discorso, Papa Francesco ricorda gli attentati, sottolinea le celebrazioni che ci sono state a Roma, e si unisce alla preghiera per le vittime e i sopravvissuti.
Papa Francesco riprende il saluto di Gesù, “Pace a voi”, e sottolinea che proprio questi atti che sembrano opera del maligno ci fanno comprendere “perché il Figlio di Dio, l’Innocente, il Santo, il Giusto, per salvarci ha dovuto morire crocifisso. Ha preso su di sé non solo la morte, ma la crudeltà del male, dell’odio, della violenza fratricida”.