Città del Vaticano , giovedì, 23. giugno, 2022 10:52 (ACI Stampa).
Guardare alla “amata e martoriata” Ucraina, dove si sta rivivendo “il dramma di Caino e Abele”. Ma anche all’Iraq e alla Siria, per i quali si dovrebbe ristabilire il tavolo di coordinamento includendo il Libano, dove Papa Francesco sarebbe volutto andare. Senza dimenticare l’Etiopia colpita da una guerra civile con conseguenze gravissime nel Tigray. Papa Francesco incontra la Riunione Opere di Aiuto delle Chiese Orientali, riunite nella 95esima sessione.
Durante questi giorni, si è parlato a fondo del dramma eritreo e di quello del Medio Oriente, e si è dedicata una intera sessione all’Ucraina, durante la quale ha avuto luogo anche una drammatica testimonianza dell’arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina Sviatoslav Shevchuk.
Papa Francesco si focalizza inizialmente sulla sinodalità dell’operato della ROACO, perché ogni progetto “implica il coinvolgimento di diversi attori: di chi lo presenta, dei professionisti incaricati di offrire il loro contributo, del Vescovo o Superiore religioso, delle Rappresentanze Pontificie, del Dicastero per le Chiese Orientali e di voi Agenzie, con tutti coloro che compongono i vostri Uffici”.
Insomma, tutti hanno un ruolo, e tutti sono chiamai ad essere in dialogo, come una orchestra, e così il Papa invita, “nell’allestire la sinfonia della carità” a continuare “a ricercare l’accordo e fuggite ogni tentazione di isolamento e chiusura in sé stessi e nei propri gruppi, per restare aperti ad accogliere quei fratelli e quelle sorelle cui lo Spirito ha suggerito di avviare esperienze di vicinanza e servizio alla Chiese Cattoliche Orientali, nella madrepatria come pure nei territori della cosiddetta diaspora”.
Papa Francesco indica nella conferenza di Damasco con i giovani di marzo, cui è stata coinvolta l’assemblea dei vescovi cattolici di Siria, come un esempio virtuoso. E così, “nel deserto di povertà e scoraggiamento provocato dai dodici anni di guerra che hanno prostrato l’amata e martoriata Siria, avete potuto scoprire come Chiesa che le sorgenti per far tornare a fiorire le steppe e dare acqua agli assetati sgorgheranno solo se ciascuno saprà abbandonare una certa autoreferenzialità e porsi in ascolto degli altri per individuare le vere priorità”.