Rabat , sabato, 30. marzo, 2019 19:05 (ACI Stampa).
L’ultimo incontro del primo intenso giorno di Papa Francesco in Marocco è con i migranti. Il Pontefice li incontra presso la Caritas Diocesana di Rabat. Il Pontefice nel suo discorso definisce la ferita dei migranti e dei rifugiati come una “ferita che grida al cielo”.
Il Papa viene accolto dall’Arcivescovo di Tangeri Monsignor Santiago Agrelo Martínez e dal Direttore della sede della Caritas. Dopo il saluto di un migrante ospite della struttura, Abena dal Camerun, e una rappresentazione artistica che accoglie con calore il Pontefice, è il momento del terzo discorso di Papa Francesco in terra marocchina.
“Nessuno può essere indifferente davanti a questo dolore - dice il Papa ai migranti - tutti siamo chiamati a rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee, con generosità, prontezza, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità”.
La sede della Caritas, con i suoi uffici, si trova nel quartiere Hassan. Il piccolo immobile appartiene alla diocesi di Rabat. In Marocco la Caritas svolge il proprio operato fondamentalmente su due fronti: l’aiuto alle popolazioni locali, attraverso il programma di sostegno alla società civile marocchina ( PASC ) che promuove l’agricoltura famigliare e cerca di offrire migliori condizioni di vita a persone con handicap; l’assistenza ai migranti attraverso il programma “Qantara” che mira ad essere un ponte tra i migranti e la società marocchina. Attraverso l’assistenza medica, psicosociale ed educativa e favorendo l’integrazione, la Caritas sostiene più di 8 mila immigrati all’anno.
“Come diventa deserta e inospitale una città quando perde la capacità della compassione! Una società senza cuore… una madre sterile. Voi non siete emarginati, siete al centro del cuore della Chiesa”, assicura il Papa.