Papa Francesco ricorda anche il Papa non abbatte i sogni sbagliati dei discepoli che vogliono sedere uno alla sua destra e uno alla sua sinistra, che "volevano arrampicarsi", ma piuttosto “li corregge sul modo di realizzarli”, ricordando che “non si diventa grandi scavalcando gli altri, ma abbassandosi verso gli altri; non a discapito degli altri, ma servendo gli altri".
Il Papa sottolinea che Gesù “è contento se raggiungiamo grandi traguardi”, e ricorda il detto ungherese “Chi osa vince”.
Per vincere, spiega, ci sono due passaggi fondamentali: puntare in alto e allenarsi. E se per puntare in alto serve mettere a frutto i propri talenti, questi talenti vanno messi a frutto, e va fatto “in dialogo con Gesù, che è il migliore allenatore possibile”, perché “è il miglior allenatore possibile. Lui ti ascolta, ti motiva, crede in te, sa tirar fuori il meglio di te. E sempre invita a fare squadra: mai da soli ma con gli altri. Questo è molto importante: se vuoi maturare crescere nella vita, vai avanti facendo squadra!".
E questa squadra funziona "nella Chiesa, nella comunità, insieme, vivendo esperienze comuni”. Invece, la tentazione di oggi è di “accontentarsi di un cellulare e di qualche amico”.
Papa Francesco invita anche i giovani a non avere paura di “trovare un tempo di silenzio ogni giorno per fermarvi a pregare”, perché “oggi tutto dice che bisogna essere veloci, efficienti, praticamente perfetti”, ma si devono “ricaricare le batterie”, e questo “non per immergersi nelle proprie malinconie o rimuginare sulle proprie tristezze”, ma per “affidare a Gesù ciò che viviamo, di portargli volti e nomi, di gettare in Lui gli affanni, di passare in rassegna gli amici e dire una preghiera per loro”.
Insomma, “il silenzio non è per incollarsi ai cellulari e ai social; no, per favore: la vita è reale, non virtuale, non avviene su uno schermo, ma nel mondo!” E invece “il silenzio è la porta della preghiera, e la preghiera è la porta dell’amore”. Perché nella preghiera “c’è Qualcuno con te, e quel Qualcuno non ha paura di superare tutti gli ostacoli che incontri”.
Papa Francesco esorta, nella preghiera, a non avere paura “di portare a Gesù tutto quello che passa nel vostro mondo interiore: gli affetti, i timori, i problemi, le aspettative, i ricordi, le speranze”, avendo il “coraggio del vero” ed aprirsi con tutte le sue fragilità”, perché “il Vangelo, non fa grandi cose con persone straordinarie, ma con persone vere e limitate come noi. Invece, chi si basa sulle proprie capacità e vive di apparenze per sembrare a posto, tiene lontano Dio dal cuore”. E invece Gesù "ci scava dentro per fare di noi persone vere, e oggi c'è tanto bisogno di persone vere". Aggiunge Papa Francesco: "Il pericolo oggi è di essere persona finta. Mai persona finta. Persona vera, con la propria verità". E dice che si deve andare avanti al Signore perché "il Signore ci vuole come noi siamo adesso! Coraggio e avanti! Non spaventatevi delle proprie miserie!"
L’invito del Papa è infine quello di “prendere in mano la vita per aiutare il mondo a vivere in pace”.
E ricorda il miracolo della moltiplicazione dei cinque pani e dei due pesci, portati da un ragazzo che “ha pensato che l’incontro sarebbe andato per le lunghe”, che “a Gesù bastano e avanzano”.
Eppure, mette in luce Papa Francesco, il Vangelo non racconta come avranno fatto i discepoli a convincere il ragazzo a dare tutto. E forse, osserva, il ragazzo ha chiesto che cosa ci avrebbero dovuto fare, e loro avranno risposto che era Gesù stesso a chiederne.
E lui – esclama Papa Francesco – “fa una cosa straordinaria: si fida, dà tutto, non tiene nulla per sé. Era venuto per ricevere da Gesù e si trova a dare a Gesù. Ma così avviene il miracolo. Nasce dalla condivisione: la moltiplicazione operata da Gesù comincia dalla condivisione di quel giovane con Lui e per gli altri. Il poco di quel ragazzo nelle mani di Gesù diventa molto”.
Papa Francesco conclude: “Ecco dove porta la fede: alla libertà di dare, all’entusiasmo del dono, al vincere le paure, a mettersi in gioco! Amici, ciascuno di voi è prezioso per Gesù, e anche per me! Ricordati che nessuno può prendere il tuo posto nella storia della Chiesa e del mondo: nessuno può fare quello che solo tu puoi fare. Aiutiamoci allora a credere che siamo amati e preziosi, che siamo fatti per cose grandi".
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