Ci vuole, sottolinea Papa Francesco, una “conversione del cuore”, perché è anche da lì che viene “la drammatica urgenza del tema ecologico,” ovvero “dall’arrogante indifferenza dei potenti, che mette sempre avanti l’interesse economico”, e “finché il mercato resta al primo posto, la nostra casa comune subirà ingiustizia”.
Papa Francesco invita gli studenti a considerare la cultura come “coltivazione del mondo, non solo delle idee”. Da qui, il terzo atteggiamento, la fedeltà, che deve essere tributata a Dio e all’uomo, perché lo sviluppo integrale “riguarda tutte le persone in tutti gli aspetti della loro vita”.
Le forme di “oppressione e di scarto” si oppongono allo sviluppo integrale, ma – afferma Papa Francesco – “la Chiesa denuncia questi soprusi, impegnandosi anzitutto nella conversione di ogni proprio membro, di noi stessi, alla giustizia e alla verità”.
Per il Papa, “lo sviluppo integrale fa appello alla nostra santità: è vocazione alla vita giusta e felice, per tutti.”. Papa Francesco chiede di scegliere tra manipolare la natura e coltivare la natura, partendo proprio dalla natura umana, e mette in luce le sfide poste dall’eugenetica, dagli organismi cibernetici, dall’intelligenza artificiale.
Ma l’ecologia umana porta a pensare anche al ruolo della donna della Chiesa. Sulla questione, dice Papa Francesco, “pesano violenze e ingiustizie, insieme a pregiudizi ideologici”, e la Chiesa "è donna, non è il Chiesa". La Chiesa, prosegue Papa Francesco, “è il popolo di Dio, non un’azienda multinazionale”, e la donna è “figlia, sorella, madre” come l’uomo è “figlio fratello e padre”, in una relazione che “esprimono il nostro essere a immagine di Dio, uomo e donna, insieme, non separatamente!”
Donne e uomini sono “persone, non individui”, chiamati fin dal principio ad amare ed essere amati, in una vocazione che è missione, perché “ciò che è caratteristico della donna, cioè ciò che è femminile, non viene sancito dal consenso o dalle ideologie” e “la dignità è assicurata da una legge originaria, non scritta sulla carta, ma nella carne”.
Il pensiero cristiano parte da questa dignità per elaborare “ missione della vita dell’uomo e della donna e il loro essere reciproco per l’altro, nella comunione”, non l'uno contro l'altro, quello sarebbe "maschilismo o femminismo", ma l'uomo e la donna "insieme". Va ricordato, continua Papa Francesco, “che la donna si trova al cuore dell’evento salvifico”, che Dio viene al mondo dal sì di Maria, che donna è “accoglienza feconda, cura, dedizione vitale”.
Esorta Papa Francesco: “Apriamo gli occhi sui tanti esempi quotidiani di amore, dall’amicizia al lavoro, dallo studio alla responsabilità sociale ed ecclesiale, dalla sponsalità alla maternità, alla verginità per il Regno di Dio e per il servizio. Voi stessi siete qui per crescere come donne e come uomini”.
Il Papa poi si rivolge alla comunità cattolica di Lovanio, e pone tre domande cruciali: come studiare, perché studiare e per chi studiare? Per quanto riguarda il come, “non c’è un solo metodo”, ma c’è “uno stile comune”, e ci vuole "il dialogo, perché il dialogo fa crescere la comunità universitaria".
Per quanto riguarda il perché studiare, e si deve considerare “il motivo che ci spinge e l’obiettivo che ci attrae”, che “bisogna che siano buoni”, ed è importante "la coerenza, e voi dovete imparare questo atteggiamento della coerenza".
Infine, si studia “per essere capaci di educare e servire altri, anzitutto col servizio della competenza e dell’autorevolezza”. Insomma, “prima di chiederci se studiare serve a qualcosa, preoccupiamoci di servire qualcuno. Allora il titolo universitario attesta una capacità per il bene comune”, e questo "deve essere molto bilanciato".
Conclude Papa Francesco: “Lo studio ha senso quando cerca la verità, e cercandola capisce che siamo fatti per trovarla. La verità si fa trovare: è accogliente, è disponibile, è generosa. Se rinunciamo a cercare insieme la verità, lo studio diventa strumento di potere, di controllo sugli altri. Io vi confesso che si trovano università solo per preparare gli studenti a guadagnare. Troppo individualista, senza comunità. L'Alma Mater è la comunità universitaria, quello che aiuta a fare società, a fare fratellanza. Non serve lo studio senza l'essere insieme, ma domina. Invece la verità ci rende liberi (cfr Gv 8,32)”.
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Il Papa chiosa: “Volete la libertà? Siate ricercatori e testimoni di verità! Cercando di essere credibili e coerenti attraverso le più semplici scelte quotidiane. Così questa diventa, ogni giorno, quello che vuole essere, cioè una Università cattolica! E andate avanti e non entrate nelle lotte ideologiche. La Chiesa è donna, e questo ci aiuterà tanto.”