Akamasoa , domenica, 8. settembre, 2019 14:45 (ACI Stampa).
“Le vostre grida generate dal non poter più vivere senza un tetto, vedere i figli crescere nella malnutrizione, non avere un lavoro, generate dallo sguardo indifferente per non dire sprezzante di molti, si sono trasformate in canti di speranza per voi e per tutti quelli che vi guardano”.
Papa Francesco ha salutato così la gente della “ Città dell’ amicizia” Akamasoa, il villaggio fondato nel 1989 per dare dignità e lavoro.
Akamasoa che nella lingua locale vuol dire “buon amico”, è una realtà i cui numeri parlano chiaro: nei suoi villaggi vivono 25.000 persone che beneficiano del progetto sociale; ognuno di questi villaggi comprende scuole, un dispensario e luoghi di lavoro per adulti, cava, muratura, falegnameria, agricoltura, artigianato; 30.000 poveri ogni anno vengono ad Akamasoa per aiuti specifici in cibo, medicine e vestiti; 13.000 bambini accedono ad un percorso scolastico grazie alle scuole edificate; 3.000 case sono state costruite.
Un progetto che è sostenuto anche dalla Famiglia Vincenziana che in Mozambico e Madagascar partecipa a molti progetti come Casa Matteo 25 e DREAM tutti visitati dal Papa.
Francesco racconta la storia della sua amicizia con Padre Pedreo che, dice, non amaca studiare ma piuttosto lavorare.