Port-Louis , lunedì, 9. settembre, 2019 16:04 (ACI Stampa).
Papa Francesco fa appello al DNA del popolo di Mauritius e chiede di “accettare la sfida dell’accoglienza e la protezione dei migranti”, ma auspica anche di continuare lo stile di vita democratico che ha caratterizzato il Paese, e mette in guardia da uno sviluppo economico indiscriminato, chiedendo di non cedere a “un modello economico idolatrico”.
Ultima tappa del quarto viaggio di Papa Francesco in Africa. Dopo l’arrivo all’aeroporto di Port Louis e la Messa, il Papa incontra il corpo diplomatico e le autorità civili. Prima, un incontro privato con il presidente ad interim Barlem Vyapoory, del Movimento Socialista Militante, e quindi con il Primo Ministro delle Isole Mauritius, Pravind Kumar Jungnauth, che poi apriranno l'incontro con la società civile con un saluto.
Nel suo discorso, il presidente ad interim ricorda la visita del Papa alla tomba del Beato Laval, “l’apostolo dei poveri”, in occasione del 155esimo anniversario della morte, e ha detto che questa avrà un impatto incredibile sulla vita dei mauriziani, dato che la tomba viene visitata anche da non cattolici. Il presidente ricorda anche la mescolanza di religioni, uno spirito di condivisione e di pacifica coabitazione mostrato dal tempio indù vicino alla cattedrale cattolica e dalla moschea da cui si vede il tempio buddista.
Il primo ministro, invece, ricorda la comunanza di intenti con la Santa Sede su migrazioni, ecologia, pace nel mondo e riconosce il "contributo importante del dialogo interreligioso, che è parte integrante della missione della Chiesa", menttendo in luce che "il Consiglio delle Religioni, che rappresenta le grandi religioni presenti in Mauritius insieme alle grandi confessioni cristiane, è stato fondato nel 2001, a seguito di un appello delle Nazioni Unite affinché i capi religiosi lavorino insieme in ciascun Paese per la pace".
Isola prima sotto dominazione olandese, quindi francese, quindi inglese, Mauritius ha una popolazione composta per tre quarti da persone di origine indiana, arrivati nel Paese per lavorare lo zucchero. Solo con l’indipendenza del 1968, e poi la proclamazione della Repubblica nel 1992, la produzione industriale è cambiata, non c’è più solo lo zucchero, ma anche prodotti finanziari. È, comunque, un luogo di approdo nell’oceano indiano.