Brescia , venerdì, 18. maggio, 2018 16:00 (ACI Stampa).
Certamente questo sarà l’anno della santità di Papa Montini. La diocesi di Brescia, che ha dato le origini al Papa presto santo, si prepara a festeggiare il grande evento. Le voci della sua santità, che si rincorrono da mesi, hanno fatto sì che il 2018 fosse l’anno del Papa bresciano e il settimanale diocesano “La voce del Popolo” ha dato il via a lunghe rubriche e approfondimenti sulla vita di Montini. Domani il Papa, durante il Concistoro Ordinario Pubblico, finalmente comunicherà la data di canonizzazione di Paolo VI.
Secondo la Chiesa, la piccola Amanda, sopravvissuta nel grembo materno per alcuni mesi nonostante la rottura della placenta, è venuta alla luce grazie all’intercessione di Paolo VI. Così Giovanni Battista Montini, il Papa bresciano beatificato il 19 ottobre del 2014, sarà proclamato Santo.
Sono tante le personalità bresciane che hanno avuto modo di conoscerlo da vicino, di studiare il suo magistero e di lasciarsi interrogare dalle sue domande. Le parole di Paolo VI, mai del tutto compreso dal mondo contemporaneo, hanno ancora oggi una straordinaria attualità.
Fu il primo Papa del Novecento a compiere dei viaggi fuori Italia: viaggiò in Terra Santa, in Africa, America, Oceania e Australia, Asia, fin quasi alle porte della Cina. Fu il primo Pontefice a tenere un discorso alle Nazioni Unite.
Sul Giornale di Brescia si rintraccia subito la testimonianza del nipote di Papa Montini, Fausto: “Ho un ricordo nitido dello zio, era un punto di riferimento fondamentale per la nostra famiglia”. Fausto Montini, il figlio di Lodovico, il fratello maggiore di Giovanni Battista, è ovviamente felice per l’ormai imminente canonizzazione dell’amatissimo zio: ”Avevamo un rapporto molto affettuoso, immediato, ,un rapporto che abbiamo mantenuto anche dopo che lo zio è diventato pontefice. Certo, lo abbiamo fatto con grande attenzione a non essere invadenti. “Lo zio Giovanni Battista - continua Fausto Montini - è stato da sempre il referente di tutta la nostra famiglia. Quando c’era un problema, qualcosa che non andava, ci rivolgevamo sempre a lui: era la nostra luce”.