Città del Vaticano , lunedì, 20. giugno, 2022 16:00 (ACI Stampa).
È un disavanzo di circa dieci milioni di euro, quello portato nel bilancio dell’Obolo di San Pietro nel corso dello scorso anno. Non benissimo, ma bene, considerando che le previsioni della raccolta erano state definite (forse con prudenza calcolata) più al ribasso da padre Antonio Guerrero Alves, prefetto della Segreteria per l’Economia, quando furono rilasciati i cosiddetti “bilanci di missione” della Curia romana.
Secondo i numeri, diffusi il 16 giugno, l’Obolo ha destinato nel 2021 55,5 milioni di euro a supportare le attività promosse dalla Santa Sede nel portare avanti la missione apostolica del Santo Padre e 9,8 milioni sono stati invece destinai a progetti di assistenza diretta ai bisognosi.
In totale, fa una spesa di 65,3 milioni di euro, solo parzialmente coperte dalla raccolta, che si è assestata sui 46,9 milioni.
Come detto, le previsioni non erano rosee. Padre Guerero aveva parlato di un calo nel 2021 di “non meno del 15 per cento”, sottolineando di non prevedere più di 37 milioni di euro per la raccolta del 2021.
Di certo, tra crisi economica, attacchi mediatici alla Chiesa, crisi interne, la raccolta non è stata rosea negli ultimi anni. Un vero e proprio bilancio viene presentato solo a partire dallo scorso anno, ma sappiamo, sempre da padre Guerrero, che tra il 2015 e il 2019 c’è stata una diminuzione del 23 per cento della raccolta, e nel primo anno di pandemia, quando tra l’altro fu impossibile raccogliere le offerte in chiesa perché le restrizioni contro la pandemia impedivano anche la partecipazione dei fedeli, la contrazione era stata del 23 per cento.