Parigi , lunedì, 6. aprile, 2020 9:00 (ACI Stampa).
Sarà la seconda Pasqua senza Messa, nella cattedrale di Notre Dame. L’incendio del 15 aprile del 2019 arrivò appena la settimana prima di Pasqua, poi è passato Natale, e ci saranno almeno altre tre Pasque senza celebrazioni nella cattedrale parigina prima della riapertura, che il governo francese ha previsto nel 2024. E ancora la data non è stata posticipata, nonostante l’emergenza coronavirus abbia portato il cantiere di Notre Dame a lavorare diversamente.
Il generale Jean Louis Georgelin, a capo dei lavori di restauro di Notre Dame, ha sospeso il cantiere il 16 marzo, perché le condizioni del cantiere stesso non consentivano di mantenere le giuste distanze. Ma già una settimana dopo, il 23 marzo, è iniziato il delicato smantellamento delle impalcature che facevano da struttura alle pareti indebolite della cattedrale. Si trattava - ha spiegato Sarah Hugounenq sul settimanale francese l'Hebdo - di 10 mila tubi metallici, che erano stati fusi dal calore delle fiamme. Era necessario farlo subito, perché era una operazione delicata, e si dovevano evitare dei divieti amministrativi.
Una volta terminata l’operazione, il sito dei lavori è stato abbandonato fino a nuovo avviso, se non fosse per la presenza della sicurezza che fa turni di guardia continui e per le riunioni settimanali sui restauri, che si tengono proprio là. La prima di queste riunioni si è tenuta il 23 marzo.
Ma il cantiere di Notre Dame Non è fermo. Continua a lavorare, in maniera diversa. Gli architetti stanno proseguendo gli studi e la diagnostica per le opere prioritarie, le squadre studiano preventivi e piani di azione per mettere in sicurezza le volte, rimuovere l’organo e anche riparare il monumento. Ad aprile ci sarà un secondo consiglio di amministrazione.
E intanto, si studia. In particolare, sono all’opera i tecnici dell’LRMH, ovvero il Labortario di Ricerca dei Monumenti storici, diretto da Aline Magnien. Magnien e i suoi 22 colleghi del laboratorio applicano tecniche che spaziano dalla perizia geologica a quella metallurgica per valutare le condizione della pietra, la malta, il vetro, la vernice e il metallo di Notre Dame. Lo studio punta ad evitare ulteriori danni alla cattedrale ed aiutare gli ingegneri nel lavoro. In fondo, ai tecnici dell’LRMH è destinato il delicato compito di decidere come salvare i materiali e rimettere insieme la cattedrale. È anche una occasione per la ricerca, perché si analizzano le pietre nella loro composizione e nella loro età, fino a cercare di risalire alla costruzione originaria di Notre Dame.