Londra , venerdì, 9. aprile, 2021 15:00 (ACI Stampa).
Ha incontrato quattro Papi, sempre un passo indietro alla sua consorte, la Regina Elisabetta, che è anche capo della Chiesa di Inghilterra. Ha accolto personalmente Benedetto XVI all’aeroporto ad Edinburgo, inaugurando così il viaggio del Papa emerito nel Regno Unito nel 2010. Ha portato a Papa Francesco, nel 2014, prodotti delle fattorie reali e un whisky Balmoral, dopo un pranzo con Napolitano che la regina aveva definito “delizioso”. Era anche questo il Principe Filippo, duca di Edimburgo, deceduto oggi all’età di 99 anni.
La sua morte segna un cambiamento di epoca per l’Inghilterra, salutato anche dal Cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles. “In questo momento di tristezza – ha dichiarato il Cardinale Nichols – prego per il riposo dell’anima del Principe Filippo, fedele e leale marito sua Maestà la Regina. Prego per la Regina e tutta la famiglia reale”.
Il Cardinale Nichols ha anche ricordato “la presenza e personalità del principe Philip, così piena di vita e vigore. È stato un esempio di lealtà e dovere esercitati con grazia.”
La Comunione Anglicana ha una liaison con la Santa Sede nell’Anglican Center, stabilito nel 1966, dove c’è il rappresentante personale dell’arcivescovo di Canterbury a Roma. Attualmente è l’arcivescovo Ian Ernest, che, parlando con ACI Stampa, sottolinea di aver avuto “la gioia di aver incontrato il principe Filippo e la regina durante la Conferenza di Lambeth del 2008, quando ero lì come arcivescovo dell’Oceano Indiano. I reali avevano organizzato un tea party, ed ho avuto il privilegio di poter incontrare e chiacchierare con i reali per qualche minuto”.
L’arcivescovo Ernest ha voluto ricordare anche il principe Filippo aveva visitato l’Anglican Center con la Regina nel 2000, appena dopo la visita che i Reali avevano fatto a Giovanni Paolo II, e ringraziato i reali per il supporto dato all’istituzione da lui guidata. “Vorrei inviare a Sua Maestà l’assicurazione della mia preghiera”, conclude l’arcivescovo.