Milano , martedì, 18. marzo, 2025 14:00 (ACI Stampa).
Domenica scorsa si è concluso il pellegrinaggio giubilare dell’Arcidiocesi di Milano. Il momento clou è stato il passaggio della Porta Santa della Basilica di San Pietro e la Messa presieduta dal Cardinale Mauro Gambetti, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, e concelebrata da Monsignor Mario Delpini, Arcivescovo metropolita di Milano.
E’ stato proprio l’Arcivescovo Delpini a pronunciare l’omelia.
Commentando il Vangelo della Trasfigurazione, Monsignor Delpini osserva: “si fanno avanti i testimoni dell’essenziale per portare a compimento il Giubileo. Si presenta Abramo, nostro padre nella fede, modello di tutti i credenti mortificati dalla vita. L’uomo dalla fede ineccepibile; il sant’uomo dell’incompiuto, come tante vite buone in tutto tranne che nel desiderio più intenso e necessario. Ma Abramo continua a credere nella promessa finché vede il giorno di Gesù, come dice il Vangelo di Giovanni”.
L’Arcivescovo esamina poi la figura di Mosè, “l’uomo sorpreso e amico di Dio che vorrebbe introdurre tutto il popolo nell’intimità con Dio, nell’alleanza, nella legge, condurlo nella terra promessa che lui vede solo da lontano. Mosé sopporta il deserto ed è testimone delle fatiche dentro la comunità. Può aiutarci a riconoscere fatiche quali il malcontento che serpeggia dappertutto e le persone che si allontanano”.
Elia – conclude Monsignor Delpini – è “il profeta simile al fuoco, che contesta la prepotenza, che desidera la pace e la giustizia e si oppone all’usurpatore dei beni dei poveri. Il profeta per un mondo giusto che si scontra con l’ingiustizia, la persecuzione, l’ostilità. Elia, che è come il fuoco che arde nel cuore di tutti coloro che sospirano la pace e la giustizia, si presenta sul monte della trasfigurazione per attestare che è Gesù la nostra pace”.