E poi ci sono i graffiti. Uno in particolare con scritto in greco XE MAPIA, Ave Maria convince Bagatti che il luogo è cristiano fin dal II secolo.
Gli studi di Bagatti rivelano anche che la grotta non è la Casa di Maria ma un locale parte della costruzione in muratura. Insomma grotta e casa sono complementari, e i testi sostengono anche la tesi di una “cappella dell’angelo” costruita dai francescani nel XVII secolo sul sito della casa scomparsa.
La cappellina è scomparsa ma vi sono molte fonti letterarie che ne provano la esistenza e anche i resti di un prezioso pavimento che lascia immaginare che davanti alla grotta ci fosse un locale venerato.
Che poi fosse la casa di Maria ovviamente non è certo, ma in questo caso la tradizione ha il suo peso. Quindi la Casa sarebbe stata conservata e venerata fino alla distruzione della chiesa crociata nel 1263.
Anche le antiche fonti letterarie confermano che il pellegrinaggio a Nazaret era vivo fin dai primissimi secoli. E si parla di casa, non tanto di grotta, come se la grotta fosse appunto accessoria alla parte in muratura.
Qualche anno dopo gli scavi di Nazaret anche a Loreto si iniziò a studiare in modo moderno la Casa. Tra l 1962 il 1965 Nereo Alfieri della Università di Bologna condusse gli studi
che confermarono due importanti elementi: la presenza di una strada e la mancanza delle fondamenta della Casa.
Le ricognizioni storiche avevano affermato questa mancanza di fondazioni e hanno aggiunto che il sacello è stato curato fin dal XIII secolo con mura di sostegno di vario genere.
La tradizione poi viene confermata anche dalla presenza di una strada urbana. La Santa Casa poggerebbe sulla strada che arriva poi a Porto Recanati come scrive il Teramano il più accreditato storiografo lauratano del XV secolo: la casa venne trasportata sul colle in mezzo ad una pubblica via.
Una antica strada romana che spiazza chi voleva che sul colle esistesse già un culto pagano, perché strada di grande comunicazione.
Interessante lo studio del materiale usato per la costruzione. Nanni e Anna Rosa Monelli nei loro studi dopo gli scavi hanno capito che le pietre usate non si trovano nella regione del Conero se non nelle cattedrali di Ancona, Osimo e Fermo dove furono usate pietre dalmate.
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.
Nell'ambito di questo servizio gratuito, potrete ricevere occasionalmente delle nostre offerte da parte di EWTN News ed EWTN. Non commercializzeremo ne affitteremo le vostre informazioni a terzi e potrete disiscrivervi in qualsiasi momento.
La Casa è arrivata via mare dopo la sosta in Illiria come vuole la tradizione ?
Certo è che la Casa non era vista come una chiesetta di campagna perché si faceva di tutto per sostenerla nella sua interezza. Si cercava di conservare una reliquia insomma.
Per salvarla dalla distruzione nella chiesa ormai abbandonata di Nazaret qualcuno ha smontato la Casa della Madonna e dopo una sosta in Illiria l’ha fatta arrivare sui lidi marchigiani.
Ma perché in mezzo alla strada di comunicazione dove era formalmente proibito costruire? E su un colle isolato? É chiaro che la costruzione aveva un valore speciale.
Il raffronto tra gli scavi di Nazaret e quelli di Loreto evidenziano con chiarezza che grotta e casa sono state collegate. Lo dicono anche i graffiti che confermano l’origine nazaretana delle pietre della Casa. E alcuni reperti come i resti di un uovo di struzzo che abitualmente era posto come decorazione nelle chiese in Palestina e le croci di stoffa dei crociati.
Monete, placchette e storia dei pellegrinaggi fanno capire agli studiosi che a Loreto qualcosa di eccezionale era arrivato nel XIII secolo.