Città del Vaticano , sabato, 10. agosto, 2019 12:05 (ACI Stampa).
C’è una particolare enfasi sulla finanza etica nel nuovo statuto dell’Istituto delle Opere di Religione che va a sostituire il chirografo di Giovanni Paolo II del 1990. E poi ci sono migliorie tecniche, dovute al tempo più che ai problemi dell’istituti e frutto della nuova cornice legale sulla finanza che la Santa Sede ha costruito a partire dal 2011.
Dopo 29 anni, lo IOR ha un nuovo statuto, ma non cambia troppo pelle. Mantiene il suo scopo di “provvedere alla custodia e all’amministrazione dei beni mobili ed immobili ad esso trasferiti o affidati da persone fisiche o giuridiche e destinati ad opere di religione o di carità” - come scrive Papa Francesco nel chirografo con cui promulga lo Statuto - ma questi depositi devono essere “di enti e persone della Santa Sede e dello Stato di Città del Vaticano”.
Il chirografo è dell'8 agosto, lo Statuto è ad experimentum. Il testo dello Statuto è stata invece approvato dalla commissione cardinalizia nella riunione del 28 giugno. Il testo va oltre la narrativa degli scandali e quella dei processi, che spesso è solo narrativa. In fondo, a leggere i rapporti annuali dell’Istituto si nota che il volume di denaro è modesto e pari a quello di una piccola impresa e a leggere i processi senza pregiudizi si vede che sono soprattutto casi italiani, più che vaticani.
Anche le questioni aperte sono da ridefinire. In fondo, l’Istituto ha anche corretto la narrativa sui processi ai suoi dirigenti, le sentenze sono in appello e alcune operazioni sono da comprendere nella struttura stessa dell’Istituto.
Comincia, con questo statuto, una nuova fase dell’Istituto. Ci sarà un nuovo consiglio di Sovrintendenza, con sette membri invece di cinque, e un presidente che potrebbe essere di nuovo Jean Baptiste de Franssu, ma solo per un altro mandato. Tutti i mandati sono a scadenza quinquennale e rinnovabili per un mandato, tranne quello del direttore, che potrebbe essere a tempo indeterminato. L’allargamento a sette membri era di fatto già avvenuto, dopo che due dei membri, Clemens Boersig e Carlo Salvatori, si erano dimessi a maggio del 2016 in polemica con i risultati di bilancio, ed erano poi stati sostituiti da Scott C. Malpass, Javier Marìn Romano e Georg Freiherr von Boeslager nel dicembre 2016.