Advertisement

Letture, una trilogia di romanzi che raccontano la gente comune

Tretronchi, un paese per capire la gente

Umberto Folena |  | Chiesa di Milano Umberto Folena | | Chiesa di Milano

Potevano finire le avventure di Tretronchi, immaginario, ma neppure troppo, paese di ascendenza veneta, o più esattamente della pedemontana veneta? No, perlomeno non senza arrivare alla puntata numero tre, nel caso specifico al terzo capitolo della trilogia dedicata appunto a Tretronchi  ai suoi abitanti, alle loro avventure e disavventure, che ruotano comunque intorno ad un personaggio centrale, il parroco don Ulisse. 

Il tutto scaturito dalla fantasia e dalla penna di Umberto Folena, che appunto ha appena mandato in libreria “La compagnia dei Giacomini”, Nuove avventure, nuovi personaggi, vecchi e nuovi amori affollano le pagine del terzo e ultimo capitolo della trilogia. Le oscure trame di Odoacre, avversario temibile ma già battuto e comunque non rassegnato alla sconfitta, minacciano la tranquillità del paese e soprattutto i tentativi di migliorarne l’esistenza messi in atto da don Ulisse e i suoi amici. Tra questi la Compagnia dei Giacomini, gruppo teatrale che si prefigge  di  mettere in scena il Canto di Natale. Ma ci sono i vati tentativi di sabotaggio, segreti che vengono a galla, con le conseguenze immaginabili e varie vicissitudini che minacciano di trasformarsi in tragedie. Il lieto fine è garantito, non tanto e non solo per le cose che si rimetteranno a posto, ma perché   molti dei  personaggi che affollano la scena romanzesca  scoprono di essere cambiati e la loro prospettiva diametralmente rovesciata.

Ritroviamo don Ulisse, dunque, parroco di Tretronchi che non esiste veramente, ma è nato dalla fantasia e dalla  esperienza di Folena, giornalista e scrittore  di lungo corso del quotidiano Avvenire, che dopo una vita passata a Milano e in giro per il mondo, ha poi deciso di fermarsi nella pedemontana veneta, dove, in lui, è germinato un nuovo senso di appartenenza. Qui è nato il paese di Tretronchi e tutta la sua gente. Le cui storie intrecciate sono confluite in due libri, che saranno seguiti da un terzo, e pubblicati dalla casa editrice Ancora. Storie al cui centro si muovono molti protagonisti, a cominciare, appunto, dal parroco don Ulisse, qui approdato dopo aver a lungo vissuto a Roma. Don Ulisse è un uomo generoso, impulsivo, che non si da’ mai per vinto, neanche davanti alle inevitabili batoste dispensate dalla vita, anche in un paese piccolo e, apparentemente, lontano dalle tempeste della vita e della storia. Sappiamo che non è così, che anche nei paesi più piccoli e tranquilli il male, sotto varie forme, a volte terrorizzante, riesce a operare e a creare tragedie. La cronaca lo conferma praticamente ogni giorno.

A Tretronchi non accadono tragedie o fatti di sangue, ma comunque lavorano sotterraneamente, e neppure troppo sotterraneamente, le forze di una certa malignità, dell’avidità, dell’invidia, dell’incapacità di vedere negli altri amici, fratelli, persone con cui condividere gioie e dolori, ma solo nemici, ostacoli, qualcosa da distruggere o perlomeno da tenere a distanza. E ci sono misteri da indagare, da risolvere.  L’autore, attraverso i tre romanzi, è riuscito a creare un microuniverso a cui i lettori finiscono per affezionarsi, sviluppando quel senso di comunità che riscoprono come bene prezioso, di cui si sente profondamente la mancanza e che in molti stanno cercando di ricostituire. Vivere in un paese, circondati da persone che non semplici vicini, o anonimi abitanti, ma che vivono insieme, anche nei contrasti e nelle difficoltà, ma insieme.  Anche se sarà difficile avere la fortuna di trovare, come parroco, uno come don Ulisse.

A chi si è ispirato lo scrittore per plasmare il suo “eroe”? Di detective con la tonaca ce ne sono in giro e spesso di gran successo. I “prototipi” sono sempre  loro:  padre Brown e don Camillo. Così diversi e insieme affini, così come sono diversi i loro creatori Guareschi e Chesterton, capaci di generare, o ispirare semplicemente, figure letterarie, e in seguito televisive e cinematografiche, che riscuotono un gran successo, sacerdoti dalla forte personalità, ricchi di spirito di osservazione e di umorismo,  che svolgendo il proprio ministero e nel frattempo risolvendo casi più o meno intricati e spinosi, parlano di un Dio misericordioso e sempre profondamente presente nella vita degli uomini.

Advertisement

Padre Brown e don Camillo, con la lunga teoria di protagonisti che abitano le pagine di libri e l’immaginario collettivo, compreso il don Ulisse alle prese con la vita per nulla monotona della provincia veneta, rappresentano una solida ancora di salvezza in certi momenti bui, tristi, incomprensibili, una compagnia che permette di affrontare questi tempi marchiati da  confusione, incoerenza, superficialità, opacità.  Facendo sperare nella luce che alla fine possiamo sempre sperare di ritrovare.

Umberto Folena, La notte in cui Carletto non cantò, edizioni Ancora, euro 14, pp.159

Ritorno a Tretronchi, edizioni Ancora, euro 16

La compagnia dei Giacomini, edizioni Ancora, euro16, pp. 160

 

 

More in Cultura